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Siamo arrivati alla frutta – alla «carne di frutta»

Esplorando i “Komposita” in tedesco si scopre una miscela sorprendente di termini e significati dal forte impatto buffo e divertente, se non addirittura contraddittorio.

La lingua tedesca è rinomata per la sua straordinaria capacità di creare parole composte, conosciute come “Komposita”. Del magico mondo dei termini composti ne abbiamo ampiamente parlato in questo blog post → qui. I “Komposita” sono un vero e proprio tesoro linguistico che offre una finestra unica da cui le estimatrici o gli estimatori del tedesco si possono “affacciare” per comprendere meglio la cultura e il pensiero dei tedeschi. In questo blog post, esploreremo alcuni esempi intriganti di “Komposita” che spesso lasciano perplessi chiunque si avventuri nel mondo della lingua tedesca.

Fleischsalat: insalata di carne (traduzione letterale)

Ma come fa un’insalata ad essere di carne? O è carne o è insalata? Cominciamo con un “Kompositum” che potrebbe far storcere il naso a chi non è familiare con la lingua tedesca. “Fleischsalat” letteralmente tradotto significa “insalata di carne”. Tuttavia, non si tratta di una miscela di verdure e carne. Un’insalata di carne, sì, ma certamente non nel senso tradizionale. Questo termine potrebbe suscitare sia curiosità che divertimento per la sua combinazione inusuale di ingredienti. In Germania, la “Fleischsalat” è comunemente una variante composta da una base di carne tagliata a strisce, cetriolini sott’aceto e maionese. Immagina un’insalata di pasta degli anni Settanta o Ottanta dello scorso secolo, senza pasta, però.

Handschuh: scarpa a mano (traduzione letterale)

Il termine “Handschuh” sembra confondere le categorie: una scarpa a mano? In realtà, “Handschuh” non significa altro che “guanto” in italiano. È un esempio classico di “Kompositum” che ti fa amare la praticità e la concretezza del tedesco. L’origine di questo “Kompositum” risale alla vecchia parola tedesca “hantscuoh”: la parola “Schuh” deriva dall’alto tedesco antico “scuoh” che significa “coprire”, “avvolgere”. Dunque, un “Handschuh” non è una calzatura da indossare sulla mano, bensì un indumento per proteggerla dal freddo, i nostri “guanti” in italiano. Questo esempio illustra come i “Komposita” tedeschi possano essere ingannevoli e richiedano una conoscenza approfondita della lingua e della cultura per comprenderli appieno.

Fleischkäse: formaggio di carne (traduzione letterale)

Un altro esempio che potrebbe far storcere il naso è “Fleischkäse”, tradotto letteralmente come “formaggio di carne”. Tuttavia, non ha nulla a che fare con il formaggio; si tratta piuttosto di un tipo di “polpettone” tedesco – conosciuto anche come “Leberkäse” nel Sud della Germania, in Austria, Svizzera e persino in Ticino e Sud Tirolo – preparato con carne di manzo, pancetta di maiale, acqua, cipolla, sale e maggiorana. L’etimologia della parola non è completamente chiara. Il termine è composto dai sostantivi “Fleisch” e “Käse”. Nel dialetto della Baviera, una massa commestibile è chiamata “Kas”. La prima parte della variante “Leberkäse”, cioè “Leber”, deriva da “Laib” che si riferisce alla forma del “Fleischkäse” / “Leberkäse”. Altre fonti riferiscono che la forma del prodotto ricorda un “Laib Käse”, cioè una forma di formaggio. Questo “Kompositum” evidenzia la creatività linguistica e culinaria dei tedeschi che riescono a creare piatti unici combinando ingredienti inaspettati, talmente inaspettati che noi italiane e italiani non sapremo mai cosa ci sia veramente nel “Fleischkäse” / “Leberkäse” tedesco.

Frauenmannschaft: squadra di donne (traduzione letterale)

Questo “Kompositum” sembra suggerire una velata misoginia del tedesco che per descrivere il concetto di “squadra”, “team” o “équipe” si serve del concetto di “uomo”, cioè “Mann”, e del suffisso “-schaft”. In linguistica tedesca, il suffisso “-schaft” viene utilizzato per formare sostantivi astratti che indicano l’appartenenza o l’associazione a un gruppo, una comunità o una categoria, come “Kundschaft” (“clientela”), “Herrschaft” (“reggenza”, “dominio”), “Liebschaft” (“breve avventura amorosa”), “Freundschaft” (“amicizia”). Tuttavia, “Frauenmannschaft” significa semplicemente “squadra femminile”.

È un termine comune nello sport, utilizzato per indicare una squadra composta esclusivamente da giocatrici donne. In tedesco, esiste effettivamente anche il termine “Frauenschaft” (cioè “squadra composta principalmente da membri femminili”), ma – ahimè – il termine sembra avere una connotazione storica alquanto negativa (vedi fonte “Digitale Wörterbuch der deutschen Sprache” → qui in tedesco).

Fruchtfleisch: carne di frutta (traduzione letterale)

Come fa la carne ad essere composta da frutta? Dopo il “Fleischkäse” (“formaggio di carne”) ci imbattiamo in “Fruchtfleisch”: è un termine che potrebbe ingannare chiunque non sia familiare con la lingua tedesca. Letteralmente tradotto, significa “carne di frutta”. Tuttavia, non si riferisce a nessun tipo di carne, bensì alla polpa che si trova all’interno di un frutto, cioè alla parte edibile della frutta, come la polpa di mela o di pera. Questo “Kompositum” evidenzia la capacità della lingua tedesca di creare parole specifiche per descrivere concetti anche apparentemente semplici, offrendo un vocabolario ricco e dettagliato. In fondo la “carne di frutta” – o meglio – la “carne della frutta” non ricorda altro che il concetto di “Tischbein”: nel caso di “Tischbein”, le parole “Tisch” (“tavolo”) e “Bein” (“gamba”) vengono combinate per creare un significato specifico. Il termine “Bein” non si riferisce, infatti, a una parte del corpo (“gamba”), ma indica la struttura portante che stabilizza e supporta il tavolo: la “gamba del tavolo”.

Omnibusbahnhof: stazione dei treni degli autobus (traduzione letterale)

Questo “Kompositum” potrebbe far sorgere la domanda: esistono davvero le stazioni dei treni dedicati agli autobus? In realtà, “Omnibusbahnhof” significa “stazione degli autobus” – o meglio – “terminal degli autobus”. Sebbene la parola “treni” sia inclusa, non si riferisce ai treni, bensì al fatto che la stazione è un punto di partenza e arrivo per gli autobus (“Omnibusse”). Questo esempio dimostra come i “Komposita” tedeschi possano combinare elementi diversi per creare parole che descrivono concetti specifici in modo chiaro e conciso.

A Monaco di Baviera esiste il “terminal centrale degli autobus” che si abbrevia in “ZOB“, cioè “Zentralomnibusbahnhof” (vedi link → qui). In città si vedono in giro numerosissimi cartelli indicanti il solo acronimo “ZOB” a lettere cubitali. Purtroppo, a causa di una “infelice congiunzione interlinguistica“, l’acronimo tedesco “ZOB” agli occhi dei francesi o delle/dei parlanti francesi non ricorda altro che il termine volgare francese “zob” che designa il “membro maschile”. Immagina adesso l’espressione interdetta o alquanto sorpresa, “stampata” sul viso dei francesi, davanti ai suddetti cartelli tedeschi. Non solo i “Komposita”, ma anche gli acronimi possono essere devastanti da lingua a lingua.

Trauerfeier: festa in lutto (traduzione letterale)

L’ultimo esempio, “Trauerfeier”, potrebbe sembrare contraddittorio o addirittura far pensare ad un ossimoro: una festa in lutto? Suona un po’ come gli ossimori “assordante silenzio” o “ghiaccio bollente”. In realtà, con “Trauerfeier” si intende il “servizio funebre” o le “onoranze funebri”. Anche se è utilizzato il termine “Fest”, quest’ultimo si riferisce a un’occasione solenne e commemorativa anziché a una celebrazione gioiosa e festosa. Questo “Kompositum” illustra come la lingua tedesca possa combinare parole per descrivere concetti complessi e emotivi, offrendo un’espressione linguistica precisa e appropriata per situazioni specifiche.

Oltre agli esempi sopra citati, è interessante esaminare la struttura dei “Komposita” tedeschi. Queste parole composte sono formate da due o più radici, unite insieme per formare un nuovo concetto. La radice che determina il significato principale del “Kompositum” è solitamente posta alla fine della parola. Ad esempio, in “Fleischsalat”, la “Fleisch” (carne) è la radice principale, mentre “Salat” (insalata) fornisce un’indicazione aggiuntiva sul tipo specifico di piatto.

Inoltre, i “Komposita” possono essere creati utilizzando sostantivi, aggettivi, verbi e altre parti del discorso. Questa flessibilità consente alle/ai parlanti tedeschi di esprimere concetti complessi in modo conciso e preciso, contribuendo alla ricchezza e alla diversità della lingua tedesca.

In conclusione, i “Komposita” della lingua tedesca sono un esempio affascinante di come questa lingua sia ricca di sfumature e possibilità creative. Ogni parola composta racchiude un significato unico e spesso sorprendente, offrendo uno sguardo privilegiato sulla cultura e sul pensiero tedesco. Che tu sia un appassionato di linguistica o semplicemente un curioso della lingua tedesca, esplorare i “Komposita” è un viaggio affascinante e ricco di scoperte.


La vita non è un «Ponyhof» – il tedesco e le frasi di positività tossica

Esistono degli esempi di positività tossica in tedesco? Ti è mai capitato di ritrovarti in un ambiente lavorativo o nel tuo privato (tra amici o in famiglia) e di avere a che fare con persone che apparentemente sembravano positive nei loro discorsi o pensieri?

Ti sei mai accortə, però, che quelle parole dette, quei pensieri espressi o suggerimenti dati da amici, parenti o colleghi/e – magari, anche in buona fede e senza cattiveria – dopo una breve analisi, in fondo, erano positivi sì, ma tossici? 

Ecco un blog post in cui affrontiamo il tema della positività tossica che serpeggia tra le righe di frasi enunciate in tedesco raccolte qui e là in ordine sparso.

 

Es könnte schlimmer sein …

Potrebbe andare anche peggio …

Non perché certe cose sono relative non vuol dire mica che tali cose non possano causare dolore e sofferenza? Relativizzare ad ogni costo non sempre può essere di giovamento per tutte e tutti.

 

Bleib positiv!

Sii positivə! o Pensa positivo!

Non tutti sono sempre in grado di essere positivi o pensare sempre in positivo. La vita non è tutta rose e fiori. Per esprimere proprio questo concetto il tedesco ha un’espressione idiomatica di grande impatto:

 

Das Leben ist kein Ponyhof!

(la vita non è tutta rose e fiori)

Pensa all’immagine idilliaca e spensierata di tuo padre che, di domenica pomeriggio, ti accompagna a fare un giro sul pony, dalla lunga criniera bianca con treccine, in una fattoria o cascina per bambini. Ci sei? Sei già salitə in groppa al pony? Attenzione a non cadere 😉

Respira adesso quell’atmosfera di spensieratezza, di assoluta pace e tranquillità, quella sensazione di “Geborgenheit” (😱 oddio, un altro parolone tedesco intraducibile!) di un “Ponyhof” (in italiano: fattoria con animali da equitazione, principalmente per bambini).

Ecco, il “Ponyhof” può rappresentare esattamente l’opposto di ciò che la vita può riservarci (difficoltà, ostacoli, sconvolgimenti, peripezie, mete ardue da raggiungere, malattie, incidenti). Siamo veramente prontə a scendere dal pony?

Partire sempre dal presupposto di dover pensare positivo può invalidare i sentimenti che qualcuno prova. Il diritto di essere pessimisti non va negato a nessunə.

 

Glück ist eine Wahl!

La felicità è una scelta

O meglio “siamo noi a plasmare la nostra felicità”. In altri termini, siamo noi i fautori della nostra felicità e se abbiamo scelto di essere infelici è colpa nostra o è una nostra scelta. È veramente così? No, di sicuro.

Essere positivi non significa fingere di essere sempre felici. È piuttosto dare uno sguardo a ciò che c’è di buono o positivo, nonostante il “negativo” tutt’attorno ci attanagli.

I sentimenti negativi o quando accade qualcosa di negativo non sono spesso la “scelta di qualcuno”. Imparare a gestire i propri sentimenti negativi e a prenderne coscienza è la chiave di tutto.

Delle volte, nella vita degli eventi spiacevoli accadono e non c’è divinità o energia cosmica alcuna che possa fermarli.

È l’essenza dell’ineluttabilità dell’esistenza.

Annus horribilis

Se, p. es., la vita è stata clemente con noi per ben 30 lunghi anni consecutivi ed improvvisamente avviene nello stesso anno la perdita di entrambi i genitori, non ci si deve assolutamente colpevolizzare e chiedere perché tali eventi negativi avvengano tutti “concentrati” nello stesso anno. È un caso e basta.

E non ascoltare chi ti dice, magari cinicamente e in tono scherzoso, che “devi essere felice che più eventi negativi si siano concentrati tutti fortunatamente nello stesso anno” 🙄

Ero una pianista

Siamo in Corea del Sud. Se, p. es, ti trovi tu, figlia giovane, pianista di professione, alla guida di un’auto con i tuoi genitori a bordo e ti ritrovi implicata in un incidente. Ti risvegli improvvisamente in ospedale, capendo solo adesso nel letto d’ospedale di aver perso i tuoi genitori e realizzando che solo tu ti sei salvata. È un’immensa disgrazia.

Non puoi più suonare il pianoforte poiché le tue mani a causa dell’incidente non sono più flessibili come prima. È anche questa un’immane sventura.

Poi arrivi in Europa e ricostruisci qui un’intera esistenza. È la “tua volta buona” nella vita. Ad ogni disastro non ne segue necessariamente uno nuovo.

Sono quelle brutte “evenienze” nella vita che trasformano un anno qualsiasi della nostra esistenza in un “annus horribilis”. Ed è proprio dall’orribile che nasce quella nuova forza che ci aiuta a rialzarci che si chiama “resilienza”. Anche se i traumi fanno sempre e comunque male, una volta che li si sperimenta.

 

Es geschieht aus einem bestimmten Grund.

Accade per un preciso motivo.

Ecco un’altra frase che cela uno strato di positività tossica. La frase dovrebbe avere lo scopo di confortare la persona che in quel momento si trova in difficoltà, è infelice o ha pensieri negativi; allo stesso tempo con la frase si cerca di minimizzare ed evitare il dolore provato dalla persona.

 

Nur gute Schwingungen!

Solo vibrazioni positive!

O – per dirla all’inglese – “Positive vibes only!” Un’altra traduzione libera potrebbe essere “Solo energia positiva”. Chi si dichiara “portatrice” o “portatore di sola energia positiva” fa finta in questo modo che i sentimenti negativi non possano essere un’opzione, come se essere arrabbiati, infelici, imbronciati o negativi non sia la cosa più umana che possa esserci. Diffida, pertanto, dai soli portatori di energia positiva 😉

La vita non è un giro su un cavallino nella fattoria di animali per bambini (vedi il succitato “Ponyhof”).

 

Du wirst schon darüber hinwegkommen!

Vedrai che lo supererai presto!

Ognuno ha un proprio percorso mentale, un “mental health journey”, ad un ritmo che varia da individuo a individuo. “Lo supererai presto!” è una frase paternalistica che invalida, inficia e sminuisce il dolore attuale della persona che in quel momento soffre, è triste o infelice. Come dice qualcuno, i traumi si superano, ma quando “ci stai dentro con l’acqua in gola” fanno sempre e comunque male. Come una caduta da cavallo … oops … da un pony.


Delizie d’Italia – ciliegie, pizza e stinco di maiale

Ci sono marchi e nomi di prodotti che possono funzionare bene in un’area linguistica e avere un effetto di richiamo sugli acquirenti, ma non sempre in un’altra area linguistica.

I nomi dei marchi hanno sempre una grande influenza sulle decisioni di acquisto dei consumatori. In Germania, tuttə conoscono l’ormai famosa “ciliegia piemontese” (“Piemont-Kirsche”) dell’altrettanto famosa pralina italiana del marchio FERRERO, che non è mai stata coltivata in Piemonte: il marchio suggerisce al consumatore un prodotto regionale, del Nord Italia, un legame locale stretto e tangibile. In fondo, un po’ di “glocalismo” (globalizzazione + locale) non guasta nel nostro mondo globalizzato.

Il prodotto tedesco “Persil”, un detersivo, ha un nome che risuona bene in Germania per la sua brevità e facilità di ricordo, ma in Italia, dove “Persil” suona simile alla parola “prezzemolo”, potrebbe non essere altrettanto efficace nel catturare l’attenzione.

Il famoso cioccolato “Kinder”, che in tedesco significa “bambini”, ha grande successo in Italia grazie alla sua semplicità e universalità; ma in Germania, il nome può essere percepito come banale e meno distintivo, perdendo parte del suo fascino.

In Germania, il marchio di automobili “Volkswagen”, che letteralmente significa “auto del popolo”, ha un forte impatto emotivo e culturale, evocando orgoglio nazionale; tuttavia, in Italia, questo nome potrebbe non suscitare la stessa risposta emotiva a causa delle differenze linguistiche e culturali.

È un peccato che gli addetti al marketing delle grandi aziende spesso non si rivolgano a un linguista o a un traduttore quando vogliono “italianizzare” un nuovo prodotto.

Nomi di prodotti come “La Mia Grande” per una pizza del marchio Dr. Oetker (in Italia “Cameo”) o la “Piccola Cioccolatino” (ritirata ormai dal mercato tedesco) non solo suonano molto strani ed alienanti per un italiano, ma anche divertenti o addirittura incredibilmente ridicoli. Il fatto che alcuni nomi di pizza diffusi qui in Germania suonino quasi inappetibili per gli italiani è già stato discusso in dettaglio → qui (blog post in tedesco).

La pizza Dr. Oetker “La Mia Grande”, purtroppo, scatena solo associazioni divertenti nella mente degli acquirenti di lingua italiana del reparto surgelati di un supermercato tedesco. Supponiamo di lavorare nel reparto marketing di un produttore di carne e di dover “battezzare” in tedesco la nostra ultima “creazione a base di carne suina”: il nuovo nome del prodotto per uno stinco di maiale sarebbe “Meine große Schweinshaxe” (“il mio grande stinco di maiale”)? Suona bene? Ti fa venire voglia di comprare “Meine große Schweinshaxe”? Ehm, … lasciamo la decisione a chi è disposto a comprare.

Lo stesso vale anche per le varietà di pizza pseudo-italiane come la “Pepperoni-Salame” (citazione originale dal sito web del produttore!) – erroneamente scritta con un trattino e una doppia P. E si continua con la varietà di pizza speciale “Editione Festiva” (sic!): peccato che il termine italiano “edizione” si scriva con la “z” e non con la “t”. Non è grave, dirai tu. Ma, sarà forse una questione di gusti.

E non dimentichiamo le pizzette al salame “Piccolinis Salami” del marchio Original Wagner che “sono talmente piccole da poter essere mangiate con una sola mano” (citazione originale dal sito web del produttore della pizza). Peccato che il plurale terminante in “s” in “Piccolinis” sia meno stuzzicante per un/a parlante d’italiano: un vero “orgasmo del palato” per le linguiste e i linguisti.

In Germania esistono moltissimi nomi di prodotti o marchi dal suono divertente, fantasioso e pseudo-italiano, specialmente per le pizze, come p. es. “Franco Fresco” o “Gustavo Gusto“: vere e proprie chicche per le amanti e gli amanti dell’italiano e delle allitterazioni ben pensate, un lampo di creatività e genio di un professionista del marketing. Adoriamo la creatività degli addetti di marketing🤥

 

Cari addetti ai lavori nel reparto marketing delle grandi aziende del food & beverage, per il vostro prossimo neologismo dal suono italiano e i relativi rischi ed effetti collaterali, rivolgetevi al vostro “traduttore d’italiano di fiducia” che sappia scrivere correttamente “edizione festiva” in italiano, ad esempio. Perché un errore o un “inestetismo” di ortografia non è solo uno scivolone letterario, ma può anche lasciare un sapore amaro, quasi come aver scambiato lo zucchero con il sale!


La pioggia a ciel sereno

È un fatto noto che la pioggia possa abbattere il morale degli italiani che vivono in Germania. Ma in realtà, non c’è nulla di sorprendente sotto questo cielo grigio. Noi italiane e italiani non siamo proprio tagliati per il clima d’Oltralpe. Siamo nati “Sonnenanbeter*innen” (adoratori / adoratrici del sole) e, automaticamente alla nascita, da Merano a Pantelleria, da Alghero a Santa Maria di Leuca, ci viene attribuito come “middle name” “chasing for the sun“. È una sorta di fardello che portiamo con noi che ci rende malinconiche e malinconici sotto i cieli di Berlino o Monaco di Baviera. E che lusso essere malinconici?! Poiché la malinconia è la felicità di essere tristi.

Potrebbe succedere persino che una collega tedesca ti dica in ufficio, senza troppa diplomazia: >>Non sei proprio fatto/a per questo tempo qui!<<, riferendosi alla pioggia che da giorni, o addirittura settimane, cade incessantemente da nuvoloni scuri che dominano incrollabili le lande teutoniche.

Immagina quelle giornate grigie e piovose che dobbiamo tollerare ogni anno. Poi ci sono i capricci del clima di marzo, quando sembra di vivere tutte e quattro le stagioni concentrate in un’unica giornata. Spesso ti ritrovi davanti alla finestra, con il naso schiacciato sul vetro a lasciare un’impronta che renderà “felice” la tua “Putzfrau” (collaboratrice domestica) poiché dovrà rimuovere impronta. In quei momenti, ti trasformi in un “esorcista” improvvisato del meteo, recitando una formula magica per scacciare il maltempo:

 

>>April, ich flehe Dich an, geh aus dem März raus!<<

(in italiano: >>Aprile, ti supplico, esci da questo marzo!<<)

Questa disperazione ci trasforma in veri e propri “esorcisti del meteo”, pronti a tutto pur di catturare qualche raggio di sole in più in primavera. Non ci perderemo certo in discussioni su quale mese sia più bizzarro, marzo o aprile, perché quello non è il vero problema di questo blog post. Il problema è che, qui in Germania, quando inizia a piovere, non lo fa solo per un giorno, ma per un’intera settimana, o addirittura due, o almeno dieci giorni consecutivi. Di conseguenza, il sole diventa “quel pianeta sconosciuto” che appare raramente: la tua produzione di vitamina D scende a livelli minimi storici. Hai mai sentito parlare del fenomeno della pioggia a ciel sereno?

Il fenomeno della pioggia a ciel sereno è conosciuto come “pioggia di sole” o “pioggia fantasma”. Si verifica quando le gocce di pioggia cadono da un cielo apparentemente sereno. Questo succede perché la pioggia proviene da nuvole distanti, spesso al di fuori del nostro campo visivo e le gocce riescono a raggiungere il suolo nonostante il cielo sopra sia chiaro. È un fenomeno piuttosto insolito e affascinante.

Ci sono dei detti o delle credenze popolari legate a questo fenomeno?

Esistono numerosi detti e credenze popolari che si intrecciano con il fenomeno della pioggia sotto un cielo sereno. Tra queste, spicca la credenza che tale evento porti fortuna e preannunci l’inaspettato. Ad esempio, in alcune culture si ritiene che essere sorpresi dalla pioggia mentre il sole risplende sia un segno di buon auspicio. 

Altre invece interpretano questo fenomeno come un presagio di eventi sorprendenti o di cambiamenti significativi nella vita. In certe regioni, si narrano storie popolari che legano la pioggia a ciel sereno a matrimoni tra le volpi o ad altri eventi naturali straordinari. Queste tradizioni variano ampiamente da una cultura all’altra, riflettendo il desiderio umano di attribuire un significato profondo e un presagio agli eventi naturali.

Magari, può essere che tua nonna ti abbia raccontato un tempo che:

 

>>Quando piove con il sole, la volpe si sta sposando.<<

Ma perché proprio la volpe? E perché deve proprio sposarsi con la pioggia a ciel sereno? La tesi “quando piove con il sole, la volpe si sta spostando” trova sostegno in diverse tradizioni e leggende popolari.

Un articolo su TellaroItaly.com riporta una leggenda giapponese affascinante sulle “kitsune“, creature simili a volpi considerate demoni, che scelgono di celebrare i loro matrimoni proprio durante i momenti in cui il sole splende mentre piove. Questi eventi unici sono caratterizzati da lunghe processioni illuminate da lanterne che guidano il cammino delle volpi.

Questo curioso fenomeno meteorologico è conosciuto come “kitsune no yomeiri“, che si traduce in “il matrimonio della volpe”. Secondo un articolo su Wikipedia riguardante la pioggia a ciel sereno, in varie culture questo fenomeno è associato a matrimoni tra animali. Per esempio, si crede che in alcune parti dell’India le volpi si sposino proprio durante questi momenti particolari, quando piove mentre il sole splende.

Un articolo interessante su TradurreIlGiappone.com esplora in dettaglio il ruolo della volpe nel folclore giapponese. La volpe è descritta come un animale furbo e ingannevole, con poteri magici e la capacità di trarre in inganno gli umani. Il sito menziona anche la credenza giapponese secondo cui, durante la pioggia con il sole, le volpi si sposano, un evento tanto raro e magico quanto il fenomeno meteorologico stesso. Questo esempio mostra come l’espressione “quando piove con il sole, la volpe si sta spostando” sia profondamente radicata in diverse culture, specialmente in quella giapponese, e venga associata a un evento straordinario e speciale.

Se ti trovi, quindi, a dover pulire l’impronta del tuo naso dal vetro della finestra, lasciata mentre osservavi la pioggia con il sole, pensa che in qualche bosco — o in Italia o in Giappone — una volpe potrebbe proprio in quel momento celebrare il suo matrimonio. Rimane un mistero, però, cosa facciano le volpi tedesche durante questi rari momenti di pioggia e sole. Cosa succederà mai alle volpi tedesche?

Forse, di fronte a una pioggia a ciel sereno, dovremmo sorridere anziché essere tristi, pensando che, in quel momento, per le volpi sta celebrando un matrimonio.

Non importa se hai bisogno della traduzione asseverata del tuo certificato di matrimonio, del tuo certificato di stato libero o del tuo certificato di capacità matrimoniale: in qualità di traduttore giurato per la lingua italiana presso il Tribunale Regionale di Monaco di Baviera I, [traduttore giurato.de] è in grado di fornirti una traduzione ufficialmente riconosciuta dalle autorità e dagli enti pubblici dal tedesco all’italiano o dall’italiano al tedesco ad uso legale.


Cibo è amore – il tedesco e il Kummerspeck

Immagina la scena: ogni volta che uno studente o una studentessa fuori sede o all’estero solleva il ricevitore del telefono, prima ancora di sentire “Come stai?”, la mamma o la nonna, dall’altro capo della linea, scatta con l’interrogativo che da sempre turba il sonno delle mamme e nonne italiane:

 

“Hai cibo in frigo?”

La domanda risuona nelle orecchie dei figli o delle figlie o nipoti come: “Il tuo frigo è un paradiso di abbondanza o un gelido deserto di desolazione?”. Sì, perché in Italia, un frigorifero vuoto è praticamente un segnale di SOS, un campanello d’allarme per le mamme e le nonne. Per loro, il frigo pieno non è solo una questione di sopravvivenza, è una dichiarazione d’amore.

Un frigo vuoto? Non sia mai. Sarebbe un affronto all’amore materno, un cuore infranto di una qualche nonna in Molise o in Calabria in agguato. E così, in un balletto telefonico che sfida ogni logica spazio-temporale, mamme e nonne italiane si assicurano che l’amore, sotto forma di lasagne, pasta al forno o parmigiana, regni sovrano nel “regno del freddo” che è il frigo in quanto “oasi di abbondanza” e non “landa gelata del vuoto assoluto”. Perché ricordiamoci, care figlie o cari figli, esuli all’estero o fuori sede: poco cibo in frigo non significa solo fame, significa che da qualche parte in Italia, una mamma o una nonna sta perdendo il sonno.

E se cibo è amore, il tedesco per le disavventure di cuore ha un termine tutto suo. Vediamo quale. La lingua di Goethe e Schiller, con la sua struttura complessa e il suo ricco lessico, offre una varietà di termini specifici che catturano concetti e sfumature a volte assenti in altre lingue, come l’italiano. Questo aspetto del tedesco non solo affascina gli accademici e gli appassionati di lingue, ma offre anche una finestra unica che si affaccia sulle differenze culturali, nonché sulle modalità di pensiero tra i parlanti tedeschi e italiani.

Che il pensiero e la lingua si possano influenzare a vicenda ne abbiamo discusso diffusamente in questo blog post → qui: è lì che abbiamo esplorato come il linguaggio influenzi il nostro modo di pensare e percepire il mondo, sottolineando che, nonostante la diversità delle lingue, tutte hanno il potenziale di forgiare la nostra comprensione e comportamento. Pur non essendo un trattato di scienze cognitive, il post solleva domande su come l’acquisizione e l’uso della lingua modellino la nostra realtà cognitiva. Nel blog post si fa l’esempio di “Familie” in tedesco e “famiglia” in italiano per mostrare come termini apparentemente simili possano nascondere significati e connotazioni culturali differenti, influenzando così la nostra elaborazione di concetti come la famiglia.

Il tedesco ha termini per cui l’italiano non ha corrispettivi diretti per vari motivi, molti dei quali sono radicati nelle differenze culturali, storiche e strutturali tra le due lingue.

Ma iniziamo con un termine ampiamente conosciuto: “Schadenfreude“. Questa parola, che descrive il sentimento di gioia derivante dalle sfortune altrui, è così specifica che è stata adottata in molte lingue, italiano incluso, senza una traduzione diretta. Questo concetto, così umano e universale, trova una singola parola dedicata solo in tedesco, riflettendo forse una maggiore inclinazione nella cultura tedesca di riflettere e nominare anche gli aspetti più complessi dell’esperienza umana.

Un altro esempio è “Fernweh“, una parola che descrive un anelito profondo per luoghi lontani, una sorta di “nostalgia per il lontano” o “mal di lontano”. Mentre l’italiano può descrivere questo sentimento con una frase, il tedesco lo incapsula in un unico termine potente, dimostrando la sua capacità di sintetizzare emozioni complesse.

Consideriamo poi “Waldeinsamkeit“, che letteralmente significa “solitudine del bosco”. Questo termine descrive la sensazione di essere solo in un bosco, un’esperienza che può essere sia tranquilla che un po’ inquietante. Ancora una volta, il tedesco fornisce una parola specifica per un’esperienza molto specifica, qualcosa che l’italiano potrebbe esprimere solo con una descrizione.

Il concetto di “Waldeinsamkeit” è uno di quei termini tedeschi affascinanti che cattura un’esperienza molto specifica e profondamente emotiva, per la quale non esiste un equivalente diretto in molte altre lingue, inclusa l’italiana. Letteralmente, “Waldeinsamkeit” si compone di due parole: “Wald”, che significa “bosco”, e “Einsamkeit”, che significa “solitudine”. Quindi, in senso stretto, “Waldeinsamkeit” si riferisce alla solitudine o all’isolamento che si prova nel bosco. Tuttavia, il significato è molto più profondo e sfaccettato di quanto questa semplice traduzione possa suggerire: la connessione con la natura, la riflessione interiore, la sensazione di pace e tranquillità, la melanconia e una leggera inquietudine, la bellezza e meraviglia per la complessità dell’ecosistema e per la vita che prospera in un bosco lontano dall’intervento umano.

Infine, c’è “Kummerspeck“, letteralmente “lardo del dolore”, che si riferisce al peso guadagnato dall’overeating a causa dello stress o dell’afflizione. Ancora una volta, il tedesco trova una singola parola per descrivere un’esperienza complessa e emotivamente carica che l’italiano potrebbe solo cercare di descrivere.

Il termine tedesco “Kummerspeck” si traduce letteralmente con “lardo del dolore” o “lardo del dispiacere” e descrive un concetto piuttosto specifico e umoristico. Si riferisce al peso extra, ai chili in più, che una persona può guadagnare mangiando eccessivamente come reazione allo stress emotivo o al dispiacere. Letteralmente, “Kummer” significa “dispiacere” o “afflizione”, e “Speck” significa “lardo”, “grasso” o “ciccia”. Quindi, “Kummerspeck” indica quel grasso acquisito mangiando di più quando ci si sente tristi o stressati.

Il termine riflette non solo un fenomeno fisico, ma anche un’esperienza emotiva. Sottolinea la relazione tra le emozioni e le abitudini alimentari, suggerendo che il cibo può essere usato come una forma di conforto o un meccanismo di “coping” come strategia o metodo per gestire lo stress, i problemi emotivi, i traumi o le situazioni difficili. “Kummerspeck” è un esempio di come il tedesco riesca a condensare in una singola parola un’esperienza complessa che in altre lingue richiederebbe una spiegazione più lunga. Il “Kummerspeck” è un motivo per tranquillizzare le mamme o le nonne del “Hai cibo in frigo?” (vedi sopra) che quando rivedranno i figli o le figlie o i/le nipoti dopo la fase del “Kummerspeck” chiederanno loro senza alcuna pietà:

 

“Ma sei ingrassatə?”

Con questa domanda inizia una “spirale negativa” che dobbiamo interrompere. Dobbiamo riconoscere con orgoglio e determinazione che dietro ogni “ciccia dei dispiaceri” — dietro ogni grammo di “Kummerspeck” — si cela un dramma da rispettare perché il “Kummerspeck” rappresenta un problema serio.

Questi termini e molti altri dimostrano non solo la ricchezza e la precisione del tedesco ma anche come la lingua stessa rifletta profondamente i valori, la storia e la psicologia di una cultura. Per gli studiosi e gli appassionati di tedesco e italiano, esplorare queste differenze lessicali non è solo un esercizio linguistico; è un viaggio nelle profondità dell’esperienza umana, un modo per vedere il mondo attraverso un’altra lente e comprendere meglio come le nostre culture e lingue modellino il nostro modo di pensare e vivere. Concludendo, mentre l’italiano brilla per la sua eleganza e musicalità, il tedesco offre una precisione e una specificità che catturano concetti altrimenti inesprimibili o ineffabili.

[traduttore giurato.de] utilizza lo schwa (ə) per un linguaggio inclusivo che non metta a disagio nessunə! Pertanto, in qualità di traduttore con radici italiane, [traduttore giurato.de] vive e supporta la diversity e l’inclusione.
Non importa quale sia il tuo sesso. Non importa da dove vieni. Non importa il colore della tua pelle. Non importa a quale cultura o religione tu appartenga. Per [traduttore giurato.de] è semplicemente la persona ♀ ♂ × che conta.


Le parole ingannano

Quando le parole prendono vita nella nostra mente, possono ingannare. Le parole sono come guide attraverso mondi diversi, ma talvolta nascondono segreti e sfumature che solo chi conosce profondamente una lingua può comprendere appieno. In questa “danza linguistica” tra italiano e tedesco, emergono termini che ingannano e ammaliano, esercitando un fascino simile alle sirene dell’antica mitologia greca.

Il tedesco, con la sua struttura complessa e ricca, può celare parole che, tradotte letteralmente in italiano, incantano, ma spesso traggono in inganno. Dietro queste traduzioni apparentemente dirette, si nascondono significati sottili, sfumature culturali e connotazioni che sfuggono a una mera interpretazione letterale.

Come Odisseo attratto dal canto delle sirene, le lettrici e i lettori italiani possono sentirsi affascinati/e dalle parole tedesche che brillano come “gemme linguistiche”, ma occorre cautela nell’interpretazione.

Quante volte leggendo una parola tedesca, il nostro cervello italiano si è trovato in pasto a una serie di congetture fuorvianti? Questi “crimini linguistici” spesso derivano da parole composte, come i temuti “Komposita” in tedesco, veri e propri trabocchetti per la mente italiana.

Che il tedesco abbondi di termini composti ne abbiamo parlato diffusamente in questo blog post → qui. Ebbene, sono proprio i termini composti, i tanto famigerati “Komposita”, in tedesco i veri criminali di questa storia fatta di inganni lessicali. Ecco alcuni termini che rappresentano una vera e propria “trappola” per un cervello italiano.

Spurrillen

Già solamente a leggere il termine il nostro cervello fa grande fatica. Si leggerà mai “Spurrillen” tutto d’un fiato o “Spur-” e poi “-rillen”? A prima vista il termine tedesco “Spurrillen” fa pensare a “Spiralen”, a qualcosa di elicoidale o a un qualche nome inventato da esperti di marketing per definire un tipo di pasta come le “Spiralen”, cioè i “fusilli” o le “spirali”. Ma le “Spurrillen” non sono altro che i “solchi” lasciati dalle ruote dei veicoli sul manto stradale. Il termine è composto da “Spur” (die Spur), cioè “corsia stradale”, e “Rille” (die Rille), cioè “scanalatura” o “orlo”.

Kaufläche

Ecco un altro “Kompositum” in tedesco per cui il tuo cervello da italiano/a va in tilt. Dopo il primo tentativo invano di leggere il termine pensando che in “Kaufläche” sia contenuto il verbo “Kauf-“, cioè “comprare”, ci si rende conto che si è sulla pista sbagliata. Dopo un secondo tentativo, il cervello riconosce il termine “-fläche” in “Kaufläche”. Tombola! Siamo vicini alla soluzione. E se avessimo letto il termine in un foglietto illustrativo di uno spazzolino elettrico per lavare i denti? Ecco, è proprio ai denti che avremmo dovuto pesare prima. Il termine è composto dal verbo “Kau-“, cioè “masticare” e “-fläche”, cioè “superficie”. “Masticare”, “superficie, “denti”? Che diavolo sarà mai questa benedetta “Kaufläche”? Soluzione: in italiano la “Kau-fläche” è la “superficie masticatoria” di un dente. Il verbo “Kaufen” (comprare) in “Kaufläche” è assolutamente fuorviante.

Baumansicht

Spiegare il termine “Baumansicht” risulta difficile. Facile, invece, è il modo in cui il cervello di una o un parlante di italiano venga ingannato. Il cervello tende a separare prima “Bauman” da “-sicht”, separazione che è il risultato di una grande immaginazione. Il termine “Bauman” con una sola “n” è piuttosto un cognome in Germania o potrebbe far pensare ad un “operaio edile” nel senso di “bauen” (“costruire” in tedesco) e “Mann” con due “nn”. Per analogia, lo “Zimmermann” è un “falegname”, ergo un “Bauman(n)” è un “uomo che costruisce”, ma i conti – anzi, le lettere – non tornano poiché qui abbiamo a che fare solo con una sola “n”. Tuttavia, non esiste una parola specifica come “Bauman” in tedesco che sia generalmente conosciuta o che abbia un significato specifico. Il termine “Bauman” con due “nn” (“Baumann”) è invece un cognome diffuso in Germania (grazie a Giani 🤓 con una “n” per il tuo contributo al termine “Baumansicht”). Ma sveliamo il mistero e vediamo cosa significa questo termine.

La corretta separazione da effettuare è “Baum” e “-ansicht” la cui somma vuol dire “albero” in informatica. Se cerchiamo, infatti, una definizione in rete, troveremo che si tratta di un albero (in inglese “tree view” oppure “treeview“) o elenco gerarchico in quanto parte di un’interfaccia grafica, usata per mostrare un elenco organizzato in modo gerarchico e permetterne la selezione. Un albero mostra diverse categorie annidate, espandibili o restringibili cliccando su un simbolo accanto ad ognuna di esse (di solito un segno +, – o un △). Ecco qui un esempio grafico di un “albero” o “tree view” o “Baumansicht”:

Questo blog post vuole essere un’anteprima del potere ingannevole delle parole tedesche quando tradotte in italiano. La sottile differenza tra lingue può rendere affascinante e, allo stesso tempo, traballante l’interpretazione di un testo.

Fortunatamente, [traduttore giurato.de] – il tuo traduttore d’italiano di fiducia a Monaco di Baviera – è in grado di riconoscere con sicurezza in entrambe le lingue questa sottile differenza 😉

Non importa se hai bisogno della traduzione asseverata del tuo diploma di maturità, del tuo certificato di laurea o del tuo certificato del casellario giudiziale: in qualità di traduttore giurato per la lingua italiana presso il Tribunale Regionale di Monaco di Baviera I, [traduttore giurato.de] è in grado di fornirti una traduzione ufficialmente riconosciuta dalle autorità e dagli enti pubblici dal tedesco all’italiano o dall’italiano al tedesco ad uso legale.


False friends und ihre Tücken – Wenn Wörter täuschen

Sprachliche Unterschiede zwischen Italienisch und Deutsch – false friends und ihre Tücken. Wenn Wörter täuschen.

Sprachen sind faszinierend in ihrer Vielfalt und Komplexität. Wenn es um das Erlernen einer neuen Sprache geht, stoßen viele auf sogenannte “falsche Freunde” – Wörter, die sich in verschiedenen Sprachen ähnlich anhören oder ausschauen (gift = Geschenk auf Englisch und Gift = Toxin oder schädlicher Stoff im Deutschen), aber völlig unterschiedliche Bedeutungen haben. Insbesondere zwischen dem Italienischen und dem Deutschen gibt es einige interessante Beispiele, die zu Missverständnissen führen können: Ähnlich klingende Wörter, aber verschiedene Bedeutungen.

Sprachen verbergen oft hinter ähnlich klingenden Wörtern völlig unterschiedliche Bedeutungen. Diese “falschen Freunde” zwischen Deutsch und Italienisch können zu amüsanten oder auch peinlichen Missverständnissen führen.

Diese kleinen, aber bedeutsamen Unterschiede machen das Erlernen von Sprachen so interessant. Um Stolperfallen wie falsche Freunde zu vermeiden, ist es wichtig, sich der feinen Nuancen bewusst zu sein. Das Wissen um diese Unterschiede verbessert nicht nur die Sprachkenntnisse, sondern bereichert auch das Verständnis für die Kultur und die Eigenheiten der jeweiligen Sprache.

firma” und “Firma

In beiden Sprachen klingt das Wort ähnlich, aber die Bedeutungen sind völlig unterschiedlich. Im Italienischen steht “firma” für “Unterschrift”, während im Deutschen “Firma” für ein Unternehmen oder einen Betrieb steht.

dose” und “Dose

Beide Wörter klingen gleich, aber ihre Bedeutungen sind unterschiedlich. Im Italienischen bezieht sich “dose” auf eine Dosis, z.B. “la dose consigliata di un farmaco” ( = “die empfohlene Dosis eines Medikaments“) oder eine bestimmte Menge, während “Dose” im Deutschen für eine Behälterart, sprich eine Getränkedose aus Metall- oder Aluminiumverpackung steht.

chef” und “Chef

Im Italienischen bezeichnet “chef” einen Küchenchef oder Koch, während “Chef” im Deutschen für den Leiter oder Boss eines Unternehmens oder einer Organisation steht.

piano” und “Piano

Im Italienischen bedeutet “piano” eher “langsam” oder “vorsichtig”, während “Piano” im Deutschen das Musikinstrument Klavier beschreibt. Interessanterweise kommt es im Deutschen zu einer Kontamination durch den italienischen Begriff: Sie kennen gewiss den umgangssprachlichen Ausdruck “auf piano machen”, wobei der Ausdruck “langsam machen”, “ruhig bleiben”, “besonnen sein”, “sich beruhigen” heißt. Da haben wir den Begriff „piano“ im Deutschen im Sinne von “langsam”. Falsche Freunde täuschen nicht immer.

lavare” und “lavieren

Im Italienischen bedeutet “lavare” waschen oder reinigen, während “lavieren” im Deutschen eher “umherschweifen” oder “taktieren” bedeutet. “lavieren” bedeutet, sich taktisch oder geschickt zu verhalten, besonders in schwierigen oder komplizierten Situationen, um ein bestimmtes Ziel zu erreichen, ohne sich klar oder eindeutig zu positionieren. Es bezieht sich oft auf ein vorsichtiges Vorgehen, um Probleme zu umgehen oder zu lösen, indem man geschickt zwischen verschiedenen Möglichkeiten agiert, z.B. “er lavierte sich, seine Firma durch schwierige Zeiten zu führen” ( = “Er manövrierte geschickt, um seine Firma durch schwierige Zeiten zu lenken oder zu leiten“).

morbido” und “morbide

Das italienische Wort “morbido” bedeutet “weich”, während das ähnlich klingende deutsche Wort “morbide” einen negativen Beiklang hat und auf etwas Krankhaftes oder Verfallenes hinweist, z.B. “die morbide Atmosphäre des verlassenen Hauses” (im Italienischen: “l’atmosfera macabra / inquietante / cupa della casa abbandonata”): Eine düstere, unheimliche oder sogar ungesunde Stimmung oder Atmosphäre, die typischerweise mit einem verlassenen Ort oder einer Umgebung in Verbindung gebracht wird. Das Adjektiv “morbide” bezieht sich auf etwas, das eine dunkle, düstere oder verstörende Qualität hat, oft im Zusammenhang mit Tod, Krankheit oder Dekadenz.

Verwechslungsgefahr und potenzielle Missverständnisse

camera” und “Kamera

Hier haben wir einen Fall, in dem die Wörter ähnlich sind, aber sich auf unterschiedliche Dinge beziehen. “camera” auf Italienisch bezieht sich auf einen Raum oder ein Zimmer, während “Kamera” im Deutschen für eine Fotokamera steht.

magazzino” und “Magazin

Die Gefahr von Verwechslungen und möglichen Missverständnissen lauert an jeder Ecke. Ein Beispiel dafür ist das Wort “magazzino” auf Italienisch, das eher einem Lagerhaus oder einem Lager entspricht. Viele Deutschsprachige könnten versucht sein, es mit dem deutschen Wort “Magazin” in Verbindung zu bringen, das jedoch eher eine Zeitschrift oder einen Speicherort für Informationen bezeichnet.

chef” und “Chef

Im Küchenbereich wird das italienische Wort “chef” als “Küchenchef” oder “Chefkoch” verwendet. Es bezieht sich auf die leitende Position in einer Küche, jemanden, der die Verantwortung für die Zubereitung von Speisen trägt, Menüs entwirft und oft das gesamte Küchenteam leitet. Im Deutschen hingegen steht “Chef” typischerweise für den Leiter oder die Führungsperson einer Firma, eines Unternehmens oder einer Organisation. Es wird oft verwendet, um die höchste Position oder Autorität in einem Arbeitsumfeld zu beschreiben.

Wie kann man/frau die Verwirrung vermeiden?

Um solche Missverständnisse zu vermeiden, ist es hilfreich, sich der Unterschiede bewusst zu sein und nicht einfach davon auszugehen, dass ähnlich klingende Wörter dieselbe Bedeutung haben. Es ist ratsam, neue Vokabeln und ihre Bedeutungen in ihrem sprachlichen Kontext zu lernen und nicht nur aufgrund der Ähnlichkeit zu verallgemeinern.

Das Erlernen von Sprachen ist ein fortlaufender Prozess, und es ist völlig normal, über solche Stolpersteine zu stolpern. Eine aufgeschlossene Herangehensweise, das Bewusstsein für kulturelle Unterschiede und die Bereitschaft, aus Fehlern zu lernen, sind der Schlüssel zu einem erfolgreichen Spracherwerb.

Die sprachlichen Unterschiede zwischen dem Italienischen und dem Deutschen sind faszinierend und können gleichzeitig zu Verwirrung führen. Falsche Freunde aka false friends, die sich ähnlich anhören, aber unterschiedliche Bedeutungen haben, sind ein interessanter Aspekt des Spracherwerbs. Die bewusste Auseinandersetzung mit solchen Unterschieden und die Vorsicht beim Gebrauch neuer Wörter können dabei helfen, Missverständnisse zu vermeiden und die Freude am Lernen von Sprachen zu steigern. Sprache ist ein lebendiges und vielschichtiges Phänomen, das uns stets überraschen kann. Die Entdeckung neuer Wörter und ihrer Bedeutungen in verschiedenen Sprachen ist ein Abenteuer, das uns die Vielfalt und Schönheit der menschlichen Kommunikation näherbringt.

Die Informationen in diesem Blogbeitrag sind in erster Linie für Unterhaltungszwecke gedacht und haben keinen akademischen oder wissenschaftlichen Anspruch. [traduttore giurato.de] oder [it-sprachvermittler.de] | beglaubigte Übersetzungen | Deutsch Italienisch für Privatpersonen in München ist kein Fachmann auf dem Gebiet der Etymologie, der Wissenschaft von der Herkunft und Entwicklung von Wörtern. Die hier aufgeführten Informationen sind nicht als professionelle Beratung zu verstehen.


Persone, parole, cose

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In che modo il linguaggio può plasmare il nostro modo di pensare? Pensiamo in un certo modo perché il linguaggio ci fa pensare in un certo modo? In altre parole, il “modo in cui parliamo” influenza il “modo in cui pensiamo”? Nel mondo si parlano innumerevoli lingue, che differiscono per pronuncia e struttura, suoni e lessico. Tuttavia, è sempre affascinante osservare come una lingua possa forgiare il nostro pensiero e la nostra comprensione del mondo, dei nostri simili e di noi stesse e di noi stessi.

Questo blog post non ha assolutamente la pretesa di essere un trattato di scienze cognitive. Sì, la scienza cognitiva è infatti il campo scientifico che si occupa, tra le altre cose – ma non solo! – della ricerca sulla capacità di parlare delle persone. Come mai le persone sono generalmente in grado di apprendere una o più lingue? Come si acquisisce una lingua? Il linguaggio può portare a un certo modello di comportamento negli esseri umani?

Il nostro universo cognitivo, il modo in cui percepiamo, impariamo, conosciamo, riconosciamo e sperimentiamo il mondo, le persone e noi stessi/e: tutto ciò è condizionato dall’acquisizione e dall’uso della lingua? Il fatto che termini che suonano simili in tedesco e in italiano, come “Familie” e “famiglia”, nascondano in realtà molte cose diverse, è già stato discusso in questo blog post → qui.

A prima vista, il termine italiano “famiglia” sembra innocuo: è abbastanza facile intuire che “famiglia” è probabilmente equivalente al termine tedesco “Familie” e avrà lo stesso significato in italiano. Ma siamo veramente sicuri che sia così? Si può leggere → qui che gli italiani hanno bisogno di una cucina da campo dell’esercito per soddisfare tutta la “famiglia” con il cibo. Questo significa che cose che suonano uguali o simili (Familie / famiglia) non hanno lo stesso significato se espresse in valori numerici:
Familie: da 3 al massimo 4 persone (senza garanzia di veridicità scientifica).
Famiglia: da 3 al massimo 10 persone – anche fino a 12 persone nel sud Italia (senza garanzia di veridicità scientifica).

In qualità di traduttore ed esperto di entrambe le aree culturali (Germania/Italia), è necessario conoscere la “sottile differenza” ed essere in grado di tradurla di conseguenza.
Facciamo il classico esempio di “Sonne / sole” e “Mond / luna” in tedesco e in italiano. Le lingue hanno dei generi. L’italiano conosce solo il genere femminile e maschile. Il tedesco è un po’ più innovativo e prevede tre generi: maschile, femminile e neutro. Inoltre, una parola può avere un genere diverso in una lingua rispetto a un’altra. Questo è esattamente il caso di “Sonne / sole” e “Mond / luna”:
“Die Sonne” (femminile) in tedesco ≠ “il sole” (maschile) in italiano.
“Der Mond” (maschile) in tedesco ≠ “la luna” (femminile) in italiano. Il femminile italiano “luna” 🌙 incarna la femminilità per eccellenza per gli italiani. È semplicemente molto difficile per un italiano “familiarizzare” con il maschile tedesco “Mond”.

Forse conosci il “Cantico delle creature” di San Francesco d’Assisi: nell’originale italiano, nel Cantico si recita “Fratello sole, sorella luna”. Il “sole” al maschile è indicato e lodato da Francesco d’Assisi come “fratello” e la “luna” al femminile come “sorella”. Tutto è basato sulla logica grammaticale del genere italiano dei termini “sole” (maschile = fratello) e “luna” (femminile = sorella).

Le espressioni “fratello sole” e “sorella luna” suonano strane alle orecchie dei parlanti tedeschi. Un buon traduttore dovrebbe localizzare i termini “fratello” e “sorella” e renderli come “sorella sole, fratello luna“? I parlanti tedeschi associano la luna 🌙 ad una componente maschile ♂️ ed il sole ☀️ ad una componente femminile ♀️? Dobbiamo darci per vinti/e ed ammettere la sconfitta poiché non sappiamo dare una risposta a questa domanda. Il fatto è che in tedesco si è preferita una traduzione letterale e di genere analogo alla lingua di partenza (l’italiano), in modo da poter acquistare libri e film con il titolo “Fratello sole, sorella luna” (“Bruder Sonne, Schwester Mond”). Evviva la localizzazione scorretta! 😉

Una scienziata cognitiva americana ha detto sulla diversità linguistica:

La bellezza della diversità linguistica è che ci mostra quanto sia ingegnosa e versatile la mente umana.

Il linguaggio, a sua volta, modella e plasma la mente umana. Il linguaggio inventa e spiega la realtà, così come la realtà si riflette nel linguaggio:

Tu sei ciò che dici.
Tu dici ciò che sei.
Tu pensi in modo poliedrico, diversificato ed ecclettico quando parli più lingue.

In questa costante interazione tra lingua ⇄ mentalità, le traduttrici e i traduttori si destreggiano tra parole e concetti, pensieri e significati che non sempre sono facili da afferrare immediatamente. Le traduttrici e i traduttori non leggono solo “tra le righe”, ma anche “dietro le parole e i concetti”, che inizialmente esistono solo nella testa delle persone e “trovano la loro strada nel mondo esterno” attraverso il linguaggio.

Pensiamo, quindi parliamo. Parliamo, quindi creiamo cose nel mondo esterno. Parliamo in un certo modo, quindi pensiamo in un certo modo. Concetti astratti come “amore“, “solidarietà” o anche “libertà” possono esistere solo nella nostra testa e non possono essere toccati con mano, ma esistono davvero, sono reali e il nostro mondo ne ha bisogno in abbondanza. La questione di come ogni persona, che parla la “propria lingua” e ha la sua personale “chiave di lettura” per interpretare e percepire il mondo esterno, percepisca, descriva e viva questi concetti astratti rimane affascinante e stimolante.

Il concetto di “libertà” nel senso di “libertà di accesso alle armi” (“Waffenfreiheit”) nella seguente frase >>legge americana sulle armi: dove per “libertà” si intende il permesso di portare una pistola<< non è lo stesso concetto di “libertà” che aveva uno schiavo nel contesto della schiavitù nella seconda metà del XIX secolo. Ogni termine richiede il giusto contesto temporale. In altre parole: ciò che dico ora potrebbe essere stato inteso in modo diverso, offensivo, non (ancora) così noto, diverso nell’aspetto o caratterizzante qualcosa di completamente diverso nel passato. In breve, gli schiavi del XIX secolo immaginavano che il termine “libertà” significasse qualcosa di completamente diverso da quello che intendiamo noi con “libertà” nel nostro secolo.

Il termine colloquiale italiano “casino” è un esempio molto calzante di un termine che è cambiato con i tempi. Oggi “casino” significa qualcosa come “confusione”, “disordine”, “caos”, “caciara”, “pandemonio” e molto altro. Negli anni ’60, invece, “casino” in Italia non significava altro che “bordello” ed era un termine volgare ed impronunciabile per i “parlanti benpensanti” dell’epoca.

I termini sono come la moda: il loro “involucro” o “guscio” cambia per poi tornare di moda o in voga venti o trent’anni dopo, ma con un aspetto un po’ diverso. E, a volte, il “contenuto” cambia insieme al “involucro”. Si verifica, pertanto, uno spostamento di significato (“casino” nel senso di “bordello” → “casino” nel senso di “caos”). Il linguaggio non può sfuggire al costante cambiamento dei tempi. I termini, e quindi il linguaggio, non sopravvivono indenni al tempo: mutano con esso. Alcune lingue e alcuni termini si estinguono. In questo caso si parla di “lingue morte” come il latino o il greco antico.

Fortunatamente, l’italiano e il tedesco sono ancora “lingue vive” e non ancora minacciate dall’estinzione.
[traduttore giurato.de] – il tuo traduttore italiano di fiducia a Monaco di Baviera – è in grado di “operare” con sicurezza in entrambe le lingue vive 😉

Non importa se hai bisogno della traduzione asseverata del tuo certificato di matrimonio, di abilitazione all’esercizio della professione medica o del tuo diploma di laurea: in qualità di traduttore giurato per la lingua italiana presso il Tribunale Regionale di Monaco di Baviera I, [traduttore giurato.de] è in grado di fornirti una traduzione ufficialmente riconosciuta dalle autorità e dagli enti pubblici dal tedesco all’italiano o dall’italiano al tedesco ad uso legale.


Mistero svelato – l’importanza di voltare pagina

Se sei appassionatə* di romanzi gialli e hai avuto l’opportunità di leggere sia in italiano che in tedesco, avrai sicuramente notato una differenza intrigante nelle dinamiche della lettura tra queste due lingue. La lingua italiana e quella tedesca, pur condividendo radici europee, hanno strutture linguistiche e semantiche uniche che influenzano notevolmente l’esperienza di lettura dei romanzi polizieschi. In questo blog post, esploreremo le differenze linguistiche e semantiche tra l’italiano e il tedesco, concentrandoci sulla peculiarità che rende la lettura di un giallo tedesco ancora più coinvolgente.


La struttura delle frasi – italiano vs. tedesco

Per iniziare a comprendere come la lingua italiana e quella tedesca influenzino la narrazione nei romanzi gialli, è fondamentale esaminare la struttura delle frasi nelle due lingue. L’italiano, come molte lingue romanze, segue una struttura delle frasi relativamente lineare. In una frase italiana tipica, il soggetto, il verbo e l’oggetto sono generalmente disposti in modo sequenziale, facilitando la comprensione del significato:

 

>>Nel buio silenzio della notte, l’ombra del mistero si stagliava minacciosa, mentre lui scrutava

[ pagina successiva ]

il volto dell’insospettabile sconosciuto alla ricerca di una verità nascosta.<<

 

D’altra parte, il tedesco presenta una struttura delle frasi più complessa. La lingua tedesca utilizza una costruzione che colloca il verbo coniugato alla fine della frase, specialmente quando si tratta del passato prossimo (“Perfekt”). Questo significa che l’informazione principale, come chi ha compiuto un’azione o l’evento chiave, è spesso relegata all’ultima parte della frase. Questo aspetto della lingua tedesca può risultare particolarmente affascinante quando si leggono romanzi gialli. Proviamo a tradurre in tedesco la frase italiana riportata sopra, inserendo fittiziamente un passaggio alla pagina successiva:

 

>>In der dunklen Stille der Nacht tauchte der Schatten des Geheimnisses bedrohlich auf, als er das Gesicht

[ pagina successiva ]

des unvermuteten Fremden auf der Suche nach einer verborgenen Wahrheit untersuchte.<<

 

La differenza chiave tra le due frasi, in tedesco e in italiano, riguarda la collocazione del verbo principale “untersuchen” (in tedesco) o “scrutava” (in italiano). In tedesco, il verbo “untersuchen” appare alla fine della frase, mentre in italiano, “scrutava” è posizionato nel mezzo della frase. Questa differenza strutturale è una caratteristica peculiare del tedesco e contribuisce a un effetto di suspense unico nella lettura dei “Krimis” (in tedesco: romanzi gialli).


Nel caso del tedesco, la lettrice o il lettore è costrettə a leggere l’intera frase per scoprire chi o cosa viene effettivamente “untersuchte” (“scrutava”), cioè “das Gesicht des unvermuteten Fremden / il volto dell’insospettabile“, creando un senso di posticipazione e mistero. Solo alla fine della frase, alla pagina successiva, l’informazione principale viene rivelata. Questo ritardo nell’ottenere l’informazione cruciale contribuisce a mantenere l’interesse di chi legge e lo coinvolge in modo più profondo nella trama, spingendolo ad avanzare nella lettura per soddisfare la sua curiosità, voltando la pagina.

D’altra parte, in italiano, il verbo “scrutava” appare al centro della frase, permettendo a chi legge di ottenere immediatamente l’informazione chiave su ciò che il personaggio sta facendo. Questa struttura della frase italiana rende la lettura più diretta e meno suscettibile a ritardi nella rivelazione dei dettagli cruciali. La suspense è quindi costruita in modo diverso nei romanzi gialli italiani.

Il fascino dei gialli tedeschi

Mentre leggi un romanzo poliziesco in lingua tedesca, noterai che la soluzione di un mistero o il destino del serial killer è spesso rivelato solo nell’ultima parte di una pagina o addirittura nella pagina successiva. Questo effetto è dovuto alla struttura delle frasi tedesche che spinge l’informazione cruciale alla fine, creando una tensione e un’aspettativa uniche nella narrazione.

Immagina di essere completamente coinvolto nella trama, affannato per scoprire chi sia il colpevole. Ti trovi in fondo a una pagina e, con un po’ di sfortuna, la frase che contiene la svolta decisiva si estende fino alla pagina successiva. Questo è il momento in cui il lettore italiano può sperimentare una dose extra di suspense e anticipazione, rendendo la lettura dei gialli tedeschi ancora più avvincente.

Il gusto dell’attesa

Nella letteratura gialla tedesca, questa costruzione delle frasi crea un interessante effetto di attesta e posticipazione. Il lettore sa che l’informazione chiave sta per arrivare, ma deve aspettare fino alla fine della frase per svelare il mistero. Questa sospensione del gratificante momento di comprensione aumenta l’interesse e l’immersione del lettore nella storia, spingendolo a continuare a leggere ansiosamente e a voltare pagina ancora più velocemente che in italiano.

Inoltre, questa caratteristica può portare il lettore a fare previsioni e indovinare il finale, rendendo l’esperienza di lettura interattiva e coinvolgente. La scrittura di un “Krimi” tedesco diventa così una sorta di gioco mentale in cui il lettore cerca di risolvere il mistero insieme ai protagonisti.

Le differenze linguistiche e semantiche tra l’italiano e il tedesco influenzano profondamente l’esperienza di lettura dei romanzi gialli. La struttura delle frasi tedesche, con il verbo chiave coniugato alla fine, crea una suspense unica che affascina i lettori e li coinvolge in modo profondo nella storia.

La lettura di un giallo tedesco diventa un’esperienza avvincente in cui la posticipazione è parte integrante della narrazione. Quindi, se hai mai avuto la fortuna di immergerti in un “Krimi” in lingua tedesca, apprezza l’arte della suspense che la lingua tedesca offre, rendendo ogni pagina un’opportunità per risolvere il mistero e vivere l’emozione della scoperta.

Concludendo, possiamo osservare che la collocazione del verbo principale alla fine delle frasi tedesche, come evidenziato nella frase in tedesco, crea un effetto di suspense unico che richiede al lettore di attendere la pagina successiva per ottenere l’informazione principale. Questa caratteristica contribuisce a rendere la lettura dei gialli tedeschi ancora più appassionante poiché l’attesta e la posticipazione sono una parte integrante del flusso di lettura.


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[traduttore giurato.de] utilizza lo schwa (ə) per un linguaggio inclusivo che non metta a disagio nessunə! Pertanto, in qualità di traduttore con radici italiane, [traduttore giurato.de] vive e supporta la diversity e l’inclusione:

 

Non importa quale sia il tuo sesso. Non importa da dove vieni. Non importa il colore della tua pelle. Non importa a quale cultura o religione tu appartenga. Per [traduttore giurato.de] è semplicemente la persona ♀ ♂ × che conta.


Il cappotto è kaputt

Ecco un blog post sulle parole italiane che hanno fatto un “prestito” al tedesco ovvero le parole italiane che hanno influenzato il tedesco. Se sei un amante dell’etimologia e degli strani ed improbabili collegamenti linguistici tra l’italiano e il tedesco, stai leggendo il blog post giusto.

Sei prontə a scoprire come l’italiano ha contribuito ad arricchire il lessico tedesco, sebbene potrebbe non sembrare immediatamente evidente? Preparati per un viaggio attraverso le parole e i significati che hanno attraversato le frontiere linguistiche, arrivando dal Bel Paese alla terra di Goethe. Ecco alcune parole italiane che sono state così “epidemiche” da aver conquistato un posto nel dizionario tedesco.

 

“kaputt” ovvero il “capotto” diventa “kaputt”

Iniziamo con un classico dei termini tedeschi: “kaputt”. Questo termine sta ad indicare qualcosa di rotto, non funzionante o danneggiato (p. es. “Mein altes Auto ist völlig kaputt!” = “La mia vecchia macchina è completamente rotta / distrutta / danneggiata!” oppure “Nach dem Sturm war das Dach des Hauses kaputt!” = Dopo la bufera, il tetto della casa è stato sfondato / danneggiato / distrutto!).

Ebbene, non ci crederai, ma “kaputt” è un prestito dall’italiano “capotto”. Sì, hai letto bene. L’italiano ha dato al tedesco un modo per esprimere che qualcosa è completamente fuori servizio o guasta. Ecco un esempio di come il “capotto” è diventato “kaputt”.

Il termine “cappotto” deriva, a sua volta, dal verbo “capotare” / “capottare” (in francese: “capoter” o “faire capot”) che vuol dire “capovolgersi” o “ribaltarsi”, verbo riferito a velivoli o veicoli che si capovolgono.

Il termine “cappotto” si usa in italiano anche nel contesto dei giochi e degli sport per indicare una vittoria completa e spiazzante, in cui l’avversario non segna neanche un punto, oppure per indicare una serie di vittorie consecutive senza concedere nessun successo agli avversari.

Esiste in tedesco un’accezione singolare ed affascinante dell’aggettivo “kaput”. Prendiamo p. es. la combinazione “ein kaputtes Leben”.

“Ein kaputtes Leben” è un termine colloquiale usato in tedesco per indicare una situazione di vita o uno stile di vita caratterizzato da gravi problemi, difficoltà, disgrazie o sofferenze personali. Si riferisce a una situazione di vita in cui molti aspetti della vita di una persona sono compromessi e spesso la persona si sente impotente o senza speranza. “Ein kaputtes Leben” può essere causata da una serie di fattori, come dipendenze da droghe, problemi finanziari, problemi relazionali, problemi di salute mentale o altre sfide che incidono pesantemente sulla qualità della vita. È importante notare che il termine è soggettivo e può essere interpretato in modo diverso da persona a persona. In tale accezione si direbbe in italiano “una vita disastrata” / “una vita a pezzi / in frantumi”.

 

“halt” ovvero uno “stop” che viene da lontano

Se sei un automobilista o un appassionato di segnaletica stradale, conoscerai sicuramente la parola “halt” che in tedesco significa “stop”. Questo termine deriva dall’italiano “alt” o “alto”, che in passato veniva usato per indicare una pausa o una sosta o un comando che viene dato per arrestare la marcia o un’attività in corso (altolà! basta! fermo! stop!). È interessante vedere come un semplice “alt” italiano possa essere diventato una parola così importante nella lingua tedesca.

Il termine “halt” in tedesco è un avverbio o una particella che ha molteplici usi e significati e significa “fermo”. È collegato al verbo “halten” che significa “tenere” o “fermare”.

Nel tedesco moderno, “halt” viene utilizzato in una varietà di contesti per aggiungere enfasi, chiarire o spiegare ulteriormente un’affermazione, ed è spesso tradotto in italiano con “appunto”, “dunque” o “quindi”. Questa particella è comune nel linguaggio parlato e contribuisce a esprimere sfumature e dettagli nel discorso, come nel seguente esempio:

Ich wollte heute eigentlich zum Sport gehen, aber es hat den ganzen Tag geregnet, also bleibe ich halt zu Hause.

Oggi volevo andare a fare sport, ma ha piovuto tutto il giorno, quindi / pertanto / perciò rimango a casa.

 

“caffè” ovvero il “carburante globale” di cui non possiamo fare a meno

Nessuno può sopravvivere al mattino senza una tazza di caffè, giusto? Di questa nota bevanda calda, eccitante, nonché aromatica e, in particolare, di una sorta speciale di “caffè” napoletano, cioè del “caffè sospeso”, ne abbiamo già parlato → qui sul nostro blog.

E mentre potresti pensare che “Kaffee” in tedesco sia una parola nativa, è in realtà un prestito dall’italiano “caffè”. Questo esempio dimostra quanto l’italiano abbia influenzato le abitudini quotidiane di molte persone in tutto il mondo, compresi i tedeschi.

Ebbene sì, il termine tedesco “Kaffee” e quello italiano “caffè” sono etimologicamente “imparentati”. Entrambe le parole derivano dalla stessa radice araba (قهوة / qahwa) che si riferisce al bere il caffè. In arabo, questa parola era originariamente usata per il vino, ma con il tempo è stata trasposta all’infuso caldo ottenuto dai chicchi di caffè tostati.

Mentre la forma ortografica e la pronuncia cambiano nelle diverse lingue, l’etimologia araba comune rimane distinta e si riferisce alla stessa bevanda, cioè il caffè.

Chi avrebbe mai pensato che l’italiano avesse avuto un’influenza così significativa sul tedesco? Questi prestiti linguistici sono una testimonianza dell’interconnessione delle lingue e delle culture. Quindi, la prossima volta che usi una di queste parole italiane nella tua conversazione in tedesco, ricorda che stai portando una piccola parte dell’Italia nel cuore della Germania. L’etimologia può essere sorprendente, ma soprattutto, rende il mondo linguistico un luogo più ricco e divertente da esplorare. Quindi, buon divertimento esplorando il “bel prestito” italiano alla lingua di Goethe.

Le informazioni presenti in questo blog post sono destinate principalmente a scopi di intrattenimento e non hanno alcun valore accademico o scientifico. [traduttore giurato.de] | traduzioni asseverate | tedesco ⇄ italiano per privati a Monaco di Baviera non è professionista qualificato nel settore etimologico. Le informazioni presentate qui non devono essere considerate come consulenza professionale.

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Parole intraducibili – l’italiano si scontra con il dolore cosmico

Le traduttrici e i traduttori nella loro veste di “giocolieri di parole” sono individui che quotidianamente hanno a che fare con le parole. Delle volte, certe parole sono intraducibili. Ed ecco che si apre davanti a noi un nuovo mondo, fatto di parole e concetti assolutamente lontani anni luce dalla propria madrelingua.

Hai mai cercato di tradurre una parola che sembra venire da un mondo completamente diverso? Se sì, allora sei sicuramente incappatə nei misteriosi e spesso intraducibili termini tedeschi la cui lunghezza, delle volte, è da capogiri (vedasi blog post → qui). La lingua tedesca è famosa per la sua abilità a creare parole che catturano emozioni e concetti complessi in un singolo termine. Ed è per questo che esploreremo in questo blog post alcune di queste parole straordinarie e scopriremo perché l’italiano spesso si trova in difficoltà nel cercare di tradurle.

 

Weltschmerz – il dolore del mondo che pesa sulle nostre spalle

Cominciamo con una delle parole più intriganti e di schiacciante attualità con le guerre in corso in Ucraina, nonché in Israele: “Weltschmerz”. Questo termine tedesco si riferisce a quel senso di tristezza profonda e malinconia universale che si prova guardando le ingiustizie del mondo nei telegiornali e sui social, contribuendo ciò a far accrescere in noi l’ansia da breaking news (o “HSD“, Headline Stress Disorder) o addirittura a renderci dipendenti da tali notizie cattive (“doomscrolling”). È come se il mondo intero pesasse sulle nostre spalle e noi ci sentissimo impotenti a controllare e modificare la realtà. Per “Weltschmerz” non c’è un corrispettivo italiano perfetto. La “tristezza cosmica” o il “dolore cosmico” potrebbero essere la nostra migliore opzione, ma non rendono giustizia alla ricchezza e alla profondità di significato di “Weltschmerz”.

 

Gemütlich – molto più di “accogliente”

“Gemütlich” è un termine che evoca una sensazione di comfort, accoglienza, un senso di calore. È il calore di una serata invernale con un bicchiere di vino rosso, la sensazione di stare a casa in un ambiente accogliente e “kuschelig” (OMG! Un altro termine tedesco intraducibile! Per comprendere il termine “kuschelig” basta pensare alla copertina di Linus e si è afferrato il concetto). Mentre in italiano possiamo cercare di tradurlo con “accogliente” o “confortevole”, nessuna parola cattura appieno il calore e il benessere che “gemütlich” trasmette. Anche l’atmosfera che si respira in un ristorante può essere “gemütlich” in tedesco. Diremmo anche noi “accogliente” in italiano riferendoci ad un locale?

Anche le persone possono essere “gemütlich” in tedesco? Ebbene, sì. In tedesco si può certamente parlare di un “gemütlicher Mensch” per descrivere una persona che crea un’atmosfera rilassata e piacevole ed è spesso percepita come calda, amichevole e accogliente. Una persona piacevole è di solito una persona che fa sentire gli altri a proprio agio e benvoluti.

È importante notare che “gemütlich” in questo contesto si riferisce alla personalità di una persona e all’atmosfera una persona crea attorno a sé piuttosto che al suo benessere fisico o aspetto fisico. Quando si dice che qualcuno è un “gemütlicher Mensch”, di solito si intende che la persona ha uno spirito, un’aura piacevole e amichevole che fa sentire le persone intorno a lei rilassate e gradite.

cervello e parole nero

 

Fernweh – nostalgia dell’avventura, di viaggio e di posti lontani in cui non si è mai stati

Sappiamo tutti bene che cosa sia la nostalgia di casa e dei posti cari che ci mancano quando siamo magari lontani da questi durante un viaggio o una permanenza all’estero. Hai mai sentito la mancanza di un luogo in cui non sei mai stato? Bene, il tedesco ha un termine per esprimere tale concetto. È esattamente ciò che “Fernweh” rappresenta. Mentre la parola “nostalgia” è associata ai ricordi del passato, “Fernweh” è la nostalgia dell’ignoto, l’attrazione per nuove avventure in luoghi sconosciuti: è una specie di nostalgia proiettata nel futuro. In italiano, dovremmo spiegare la sensazione piuttosto che disporre immediatamente di una parola specifica per descriverla con un “Kompositum” (per sapere che cos’è un “Kompositum” vedasi blog post → qui), cioè un termine composto da “Fern”, “lontananza”, e “weh”, “dolore”: il “dolore da lontananza“.

 

Fremdschämen – la vergogna che provi tu per gli altri

Mentre l’italiano ha la parola “vergogna” (proviamo noi vergogna per una situazione imbarazzante venutasi a creare), il termine tedesco “Fremdschämen” si riferisce, invece, alla vergogna che proviamo noi per qualcun altro, in particolare quando vediamo qualcuno si comporta in maniera imbarazzante o socialmente inappropriata in un determinato contesto. In italiano, non abbiamo una parola che catturi esattamente questa sfumatura. Solitamente diciamo che “ci siamo vergognati per qualcun altro”. Per comprendere meglio “Fremdschämen” si deve pensare a una sorta di empatia – o addirittura – compassione che una persona prova quando si assiste a un comportamento sgraziato, scortese, imbarazzante o maleducato di un’altra persona in una situazione sociale, anche se non si è direttamente coinvolti nella situazione: è una specie di “vergogna a distanza”.

Il tedesco, con i suoi “Komposita“, termini composti, e non solo, ci offre una serie di parole che sono quasi impossibili da riprodurre fedelmente in italiano, una vera e proprio sfida per le traduttrici e i traduttori. Queste parole sono come delle “finestre”, degli “affacci” su culture, prospettive e concetti totalmente differenti, e ci ricordano quanto sia ricca e sfaccettata la lingua in tutte le sue fenomenologie.

Anche se l’italiano potrebbe non avere parole corrispondenti, questa non è una sconfitta, ma un’opportunità ad esplorare e abbracciare altre lingue e culture per comprendere meglio che il mondo che ci circonda non è solo quello del nostro piccolo orticello davanti a casa. Quindi, se un giorno senti “Fernweh” per la Germania, sali su un treno e parti per gustare “Brezeln“, “Bratkartoffeln” e bere una “Wegbier” (per “Wegbier” vedasi blog post → qui), nonché apprezzare la bellezza delle parole intraducibili che le lingue, in generale, ci offrono.


Quando il lessico ti fa “ciao”, sei “byelingual”

Chiunque sia bilingue può certamente condividere aneddoti comici legati al fenomeno “byelingual”*. Immagina di trovarti in una conversazione in cui hai bisogno di un termine specifico in una delle due lingue e, all’improvviso, ti rendi conto che entrambi i vocaboli ti sfuggono! Può succedere a tutti, ed è in questi momenti che possiamo abbracciare l’aspetto divertente della situazione. La lingua è un organismo vivo e mutevole, e non dobbiamo prenderci troppo sul serio quando ci troviamo in queste situazioni. Basta amare le proprie imperfezioni. Anche quelle linguistiche.

C’era una volta una persona bilingue, chiamiamola Marco, che era fluente sia in italiano che in tedesco. Un giorno, Marco decise di invitare alcuni amici italiani e tedeschi a una festa a sorpresa. Voleva scrivere un messaggio di invito per entrambi i gruppi di amici, quindi decise di utilizzare una traduzione automatica on-line simile a DeepL per facilitare il compito.

ragazzo seduto al PC

Marco scrisse entusiasta un invito in italiano e lo tradusse in tedesco con l’aiuto del traduttore automatico on-line. Il messaggio tradotto sembrava perfetto, così Marco lo inviò a tutti gli amici. Tuttavia, c’era un piccolo problema che Marco non aveva preventivato: il traduttore automatico on-line aveva commesso un errore che rendeva il messaggio alquanto buffo.

Invece di scrivere “Vieni alla festa a sorpresa!“, il messaggio tradotto in tedesco recitava: “Komme zum Überraschungsbecken!“. Tutto sembrava andare bene alla festa a sorpresa finché uno degli amici tedeschi di Marco, Jürgen, non rispose confuso: “Überraschungsbecken? Cosa vuoi dire con ‘piscina di sorprese’?”.

Marco rimase sconcertato e si rese conto che il traduttore automatico on-line aveva frainteso la parola italiana “festa” con il termine tedesco “Becken” che significa “piscina” o “vasca” o “bacino”. Invece di invitare i suoi amici a una “festa a sorpresa”, sembrava che Marco stesse organizzando una stravagante “piscina di sorprese“. 😢

Fortunatamente, Marco riuscì a chiarire l’equivoco con una risata, fornendo la corretta spiegazione del qui pro quo. L’incidente linguistico si trasformò in un momento divertente durante la festa, diventando un aneddoto condiviso tra gli amici italiani e tedeschi.

Da allora, Marco ha imparato la lezione e preferisce fare affidamento sulla propria conoscenza delle lingue e sulle traduzioni fatte con diligenza e cura, evitando così divertenti equivoci come quello della “piscina di sorprese“.

Questo aneddoto illustra come anche le persone bilingui o bilingue (entrambe le forme sono corrette ed accettate) possono incorrere in situazioni comiche a causa di errori linguistici e l’importanza di fare affidamento su fonti affidabili quando si tratta di traduzioni serie.

 

cervello con nuvola di parole

Parlare due lingue è un dono prezioso ed inestimabile che offre numerosi vantaggi, dalla comunicazione interculturale all’apertura di nuove opportunità lavorative. Tuttavia, esiste un fenomeno peculiare che affligge coloro che sono bilingui: la progressiva perdita del lessico in entrambe le lingue o marcatamente in una delle due lingue attive.

Questo fenomeno, noto come “byelingual” 🤓, contiene in sé una parte del termine inglese “bye-bye” come forma di saluto, il quale rappresenta l’addio a determinati vocaboli che sfuggono alla nostra mente. In questo post esploreremo in modo poco serio e poco scientifico, come il lessico può impoverirsi nel tempo e come possiamo affrontare questa sfida.

 

When you speak two languages and start losing vocabulary in both of them = byelingual.

Quando parli due lingue e inizi a perdere il lessico in entrambe = byelingual.

La sfida bilingue
Essere bilingue è come bilanciarsi su un filo sospeso tra due mondi linguistici. Inizialmente, il nostro lessico in entrambe le lingue si sviluppa in modo rapido e siamo entusiasti di comunicare con fluidità in due lingue diverse. Tuttavia, a volte la mente può giocarci un brutto scherzo, e iniziamo a dimenticare termini in una lingua o nell’altra. Così, il nostro lessico inizia ad impoverirsi e ci rendiamo conto che dobbiamo fare i conti con il fenomeno del “byelingual”.

Il significato di “byelingual”
Nel termine “byelingual” troviamo l’eco del saluto “bye-bye” che significa “ciao” o “addio” in inglese. Questo termine è emblematico del processo in cui, man mano che il lessico diminuisce in entrambe le lingue, dobbiamo dire “ciao” a determinate parole e dire “addio” alla loro memorizzazione completa. È una sfida che può sembrare frustrante, ma può anche portare a situazioni divertenti e inaspettate.

Strategie per affrontare il fenomeno “byelingual”
Anche se il fenomeno “byelingual” ci può sembrare scoraggiante, ci sono strategie che possiamo adottare per affrontarlo con successo. Una di queste strategie è l’esposizione costante ad entrambe le lingue attraverso la lettura, l’ascolto di podcast o la visione di film e serie televisive nella lingua di nostra scelta. Inoltre, possiamo utilizzare strumenti come dizionari, app di traduzione e corsi di aggiornamento linguistico per ampliare il nostro lessico e rinfrescare la memoria nell’una o nell’altra lingua.

Ridere della nostra “byelingualità”
La chiave per affrontare la “byelingualità” con leggerezza è ridere di noi stessi. Accettiamo che ogni tanto potremmo dimenticare una parola o fare un errore grammaticale in una delle due lingue, e non prendiamoci troppo sul serio. Ridendo delle nostre imperfezioni linguistiche, renderemo il processo di apprendimento e mantenimento di entrambe le lingue attive molto più divertente.

Essere bilingui è un dono, anche se comporta sfide come il fenomeno “byelingual”. Quando parliamo due lingue, è normale che il nostro lessico si impoverisca leggermente nel tempo. Tuttavia, affrontare questa sfida con serietà e un pizzico di umorismo ci aiuterà a superarla.

Ricordiamoci che, nonostante qualche parola ci sfugga di tanto in tanto, la ricchezza di parlare due lingue è molto più grande dei piccoli inconvenienti che possiamo incontrare lungo il cammino. Quindi, abbracciamo la nostra “byelingualità” con un sorriso e continuiamo ad esplorare il mondo delle lingue con gioia e curiosità, imparando ad amare i nostri limiti linguistici.

* Nota: il termine non esiste ed è solo frutto della creatività linguistica di chi ha coniato il termine per primo.


Le parole composte in tedesco

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Il fantastico mondo dei termini composti (“Komposita”) in tedesco – Cosa hanno in comune una “Baumschule” o una “Wegbier”?

In questo blog post ci tuffiamo nell’affascinante mondo delle parole composte (“Komposita”) in tedesco e in parte anche in italiano. Le parole composte sono termini formati da due o più parole che rappresentano un’esplosione di creatività nella lingua tedesca.

Senza voler andare ad affrontare il termine composto più lungo della lingua tedesca, cioè “Donaudampfschifffahrtselektrizitätenhauptbetriebswerkbauunterbeamtengesellschaft” – il termine si compone, infatti, di 79 lettere e 12 parole – ci limitiamo a due esempi più semplici di termini composti, cioè “Baumschule” e “Wegbier”.

“Baumschule” – che termine divertente all’orecchio degli italiani, vero? Ma aspetta un attimo, non si tratta di una “scuola per alberi” in cui gli alberi imparano a scrivere e leggere. No, niente di tutto ciò! Una “Baumschule” è un vivaio, un luogo in cui vengono coltivate e curate amorevolmente giovani alberelli e piante. È una sorta di “asilo per piante” in cui crescono forti e robusti sotto la supervisione di occhi esperti.

In italiano, “Baumschule” si traduce con “vivaio”. È un termine che descrive anche il luogo in cui vengono coltivate e curate giovani piante e alberi, in modo da poterli poi piantare nei giardini, nei parchi o in altre aree di verde. Quindi, anche la lingua italiana ha i suoi propri termini per queste oasi verdi di crescita e bellezza.

Il termine italiano “vivaio” deriva dal verbo “vivere”. È strettamente legato alla parola latina “vivarium” che descrive anch’essa un luogo in cui piante e animali vengono tenuti vivi. Originariamente, il termine “vivaio” veniva utilizzato in relazione all’allevamento e alla cura degli animali. Nel corso del tempo, il termine è stato esteso anche all’allevamento e alla cura delle piante.

L’origine della parola evidenzia l’idea di base di un “vivaio”: è un luogo pieno di vita in cui le piante crescono attivamente e prosperano. È un luogo di vita e vitalità in cui le piante vengono curate fino a quando non diventano abbastanza forti da essere piantate nei loro luoghi di destinazione finali. Pertanto, il termine “vivaio” incarna l’idea di vita, crescita e cura legate al mondo delle piante.

Ma le parole composte non finiscono qui! Un altro esempio degno di analisi è il termine composto tedesco “Wegbier”.

Ora ti starai chiedendo: che diavolo è una “Wegbier”? Sembra una pozione magica che si beve lungo un sentiero misterioso, vero? In un certo senso, è proprio così perché una “Wegbier” non è altro che una birra che si gusta “riscaldando i motori” con gli amici o da soli mentre si va verso il pub o birreria. È il miglior “Wegbegleiter” (“compagno di viaggio” – ancora un’altra parola composta in tedesco) per passeggiate, escursioni, gite o serate al pub. Perché come si dice:

 

La strada è la meta e con una “birra per il tragitto” – una “Wegbier” appunto – ogni tragitto si trasforma in un tragitto di allegria!

Ma cosa rende le parole composte in tedesco così uniche? Beh, sono come capolavori di puzzle di parole nel mondo linguistico. Gli artisti linguistici tedeschi hanno la capacità di unire parole tra loro e creare nuovi significati. Le possibilità sono praticamente infinite: tuttavia, talvolta il risultato può sembrare un po’ strano o incomprensibile, specialmente per coloro che non parlano il tedesco come lingua madre.

Come blog che tratta argomenti che vertono sul mondo delle traduzioni, delle traduttrici e dei traduttori, delle differenze culturali e linguistiche tra Germania e Italia, sappiamo che tali differenze linguistiche non sono insolite. Le nostre due lingue hanno le loro caratteristiche e sfumature uniche.

Nella lingua italiana, le parole composte non sono così comuni come in tedesco, ma hanno comunque il loro posto nella lingua italiana. Basta pensare alla parola “portafoglio”. Anche questa è una sorta di parola composta.

Ecco alcuni altri esempi di parole composte nella lingua italiana:

– “portachiavi“: è composto dalle parole “porta” (da “portare”) e “chiavi”.

– “lavastoviglie“: questa parola composta è formata da “lava” (da “lavare”) e “stoviglie”

– “fermacarte“: è composto da “ferma” (da “tenere fermo”) e “carte”

– “calzascarpe“: qui il verbo “calza” (da “calzare”) si unisce a “scarpe”.

Il termine tedesco per indicare un “calzascarpe” è “Schuhlöffel“. E se traducessimo letteralmente la parola tedesca “Schuhlöffel” in italiano? Sarebbe “scarpa-cucchiaio“. Sembra quasi che la scarpa abbia la forma di un cucchiaio! È difficile immaginare come si potrebbre usare per infilare le scarpe. Forse dovremmo lasciare il folle e inverosimile termine “scarpa-cucchiaio” agli utensili da cucina e affidarci al buon vecchio “calzascarpe” per infilare le scarpe con stile, senza dover diventare contorsionisti. A volte, le traduzioni letterali fanno solo sorridere.

È affascinante vedere come le lingue trovino modi fantasiosi per creare nuove parole e comunicare idee complesse. Sono come “organismi viventi” che si evolvono costantemente e si adattano alle esigenze dei loro parlanti. Ed è proprio per questo che è così importante riconoscere e apprezzare le caratteristiche di una lingua.

Quindi, care lettrici e cari lettori del blog, immergetevi nel meraviglioso mondo delle parole composte (“Kompositum” al singolare e “Komposita” al plurale) in tedesco e italiano e scoprite i “tesori” nascosti nella complessità delle parole. Ridiamo insieme su “Baumschule” e “Wegbier” e scopriamo le differenze linguistiche tra il tedesco e l’italiano. Brindiamo, allora, con una “Wegbier” alla diversità delle lingue e all’avventura che ogni singola lingua ci offre! Cin cin o – come si dice in tedesco – Prost!

Che si tratti della traduzione asseverata del tuo certificato di idoneità al matrimonio, di un atto di nascita, del tuo diploma di laurea o del tuo certificato di onorabilità professionale (good standing), [traduttore giurato.de] è il tuo traduttore giurato di “fiducia” per la lingua italiana a Monaco di Baviera (Schwabing).


Alle Jahre wieder – Weihnachten und andere Grausamkeiten

Es sind immer die gleichen Fragen, die italienische Verwandte regelmäßig an Weihnachten stellen. Das weihnachtliche Beisammen in der Familie kann sich schnell für viele italienische Kinder erwachsene Kinder in eine Qual verwandeln.

In Italien hat die Familie in der Gesellschaft einen höheren Stellenwert als in Deutschland, wie in unserem Blog bereits hier erklärt. Jedoch soll im Vorfeld klargestellt werden, dass Verwandte in Italien sprichwörtlich mit Schlangen gleichgesetzt werden, wie eine bekannte Redewendung bestätigt: >>parenti serpenti<< (auf Deutsch: Verwandte sind Schlangen, also böse Zungen, die einem / einer nur Schlechtes nachreden).

Flying home for Xmas” ist in Italien ein Muß. Es heißt auch in einer Redewendung: >>Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi<<, was auf Deutsch soviel wie “Du sollst Weihnachten mit Deiner Familie verbringen. Ostern kannst Du verbringen mit wem, Du willst” heißt. Das ist eine klare Lehraussage, die in italienischen Haushalten wie eine grundlegende Gesetzsäule wahrgenommen wird, deren Wahrheitsanspruch als unumstößlich festgestellt wird. 🤷🏽‍♂️

Wenn man/frau in Mailand oder woanders in Nord- oder Mittelitalien lebt und arbeitet, sind Trenitalia und die neue Alitalia – ITA Airways – die “Weihnachts-Beförderer” schlechthin für Millionen von Italienern, die sich in der Weihnachtszeit auf den Weg zur Familie machen.

Was für Fragen stellen Verwandte beim typischen üppigen Weihnachtsessen (“cenone della Vigilia“) am Heiligabend oder am 25. Dezember beim ebenso opulenten Weihnachtsmittagessen (“pranzo di Natale“)?

Es sind immer wiederkehrende Fragen, die jedes Jahr – Jahr ein, Jahr aus – eine oder einen nerven und für unnötig empfunden werden und mittlerweile Kultstatus haben.

Es folgt eine Reihe klischeehafter Fragen, die 100%ig jedes Jahr bei einem Weihnachtsessen in der Familie gestellt werden.

>>Ma ti pagano?<<

Die Frage heißt soviel wie “Wirst Du (überhaupt) bezahlt?” und zielt auf die Tatsache ab, dass das Familienmitglied – sei es die ausgewanderte Tochter oder der anderswo lebende Sohn in unserem Beispiel einen Job woanders in Italien oder im Ausland ausübt, der schlecht bezahlt wird und so minderwertig ist, dass derjenige/diejenige den Job fast unentgeltlich macht und keine gerechte Bezahlung verdient.

Es wird unterschwellig am Heimatort von den Verwandten vorausgesetzt, dass der ausgeübte Job überhaupt nichts “Gescheites” ist. Fast aus der Reihe: Sei froh, wenn Du für so einen schlechten Job überhaupt bezahlt wirst. Wie nett von den “parenti” (“Verwandten”)! 🙄

>>E tu quando te la trovi la fidanzata?<<

Die Frage ist ein Klassiker unter den unangenehmsten Fragen, die an Weihnachten in Italien von giftigen Zungen unter den Verwandten gestellt werden. Sie heißt frei übersetzt: “Und wie sieht’s bei Dir mit einer Freundin aus?” oder “Na, noch keine Freundin?”. Der Deckel von der nicht vorhandenen “Beziehungskiste” wird abgenommen. Und tada! Die Beziehungskiste ist leider leer. Es herrscht – anders gesagt – eine gähnende Leere in der Beziehungskiste. Keine Freundin, kein gescheiter Sohn oder gescheite Tochter. Keinen Freund (“fidanzato”) oder keine Freundin (“fidanzata”) zu haben ist gleichzusetzen mit “einem Loser zu sein”. Wie einfühlsam von den Verwandten! 🤷🏽‍♂️

 

>>E tu quando te la trovi la fidanzata?<<
>>Nonna, sono gay!<<


>>Vabbè, ma lo fai solo fino a quando non trovi un lavoro vero, giusto?<<

Die sehr zynische Frage heißt ins Deutsche übersetzt: “Tja, Du machst den Job, solange Du keinen richtigen Job gefunden hast, nicht wahr?”. Auch hier untermauern die “netten” Verwandten die These, dass der Job, den der Neffe oder die Nichte ausübt, nichts Wertvolles ist. Zum Glück kann man/frau sich die Kolleginnen und Kollegen im Beruf aussuchen. Die Verwandten in der Familie leider nicht! 😵

>>Tanto la laurea è inutile se poi resti in Italia!<<

Diese Frage heißt auf Deutsch soviel wie: “Dein Uni-Abschluss ist ohnehin nutzlos, wenn Du dann in Italien bleibst!”. Es geht bei der Frage um die Anspielung, dass man/frau in Italien sowieso keinen Job bekommt, auch wenn man/frau einen wertvollen Uni-Abschluss erworbenen hat, weil man/frau einen Job durch eine “raccomandazione” (auf Deutsch: nur mit “Vitamin B wie Beziehungen”) bekommt. Die Verwandten glauben fest an die Fähigkeiten von ihren Neffen und Nichten. Von wegen! 🙄

Zum Glück ist das Stück Papier, nämlich der Uni-Abschluss im Ausland doch wertvoll, um an einen Job ranzukommen. 🤓

>>Ma quando ti laurei?<<

Auf Deutsch: “Wann bist Du mit Deinem Studium fertig?”. Die bösen Verwandten unterstellen, die Nichte oder der Neffe oder die Tochter oder der Sohn seien ewige Studierenden, die nie fertigwerden. Wie ermutigend von den Verwandten! 😳

>>Ma quando ti sposi?<<

Auf Deutsch: “Wann heiratest Du?”. Genug ist genug. Kein Kommentar! 🤷🏽‍♂️

Vielleicht sollten sich die Verwandten in Italien eher um ihre eigenen Angelegenheiten kümmern (auf Italienisch: “farsi i propri affari“) und somit ihre Nichten, Neffen, nahe und ferne Verwandten weder belasten noch belästigen mit unnötigen, bohrenden Fragen jedes Jahr wieder. Man/frau hat übrigens auch das Recht darauf, unangenehme Themen zu meiden. Besonders an Weihnachten.

In diesem Sinne

wünschen

[it-sprachvermittler.de] und [traduttore giurato.de]

Ihnen

FROHE FEIERTAGE

BUONE FESTE


Anche la “dottora” sta male

Anche la “dottora” sta male o l’isola è salva senza soluzione di continuità

Su una piccola isola ci si conosce tutte e tutti. Magari non si ha tutto. Ma quel poco che si ha deve bastare a tutte e tutti. Conosci il panettiere che, a sua volta, conosce tua madre la quale conosceva il fu di lui padre e il fratello minore del panettiere che mio padre alla fiera comprò. È una fitta ed ingarbugliata rete di conoscenze difficile da capire.

È l’ineluttabilità dell’essere isolane ed isolani. Si chiamano proprio così gli abitanti di un’isola. E come il termine “isola” già in parte evoca, su un’isola si è “isolati” dal resto della terraferma, della nazione, del continente e anche del pianeta, a volte.

Ci si conosce tutte e tutti e non si ha tutto. Si ha un solo fornaio, una sola enoteca, una sola biblioteca comunale, due o al massimo tre ristoranti. Se ti va bene, si ha sull’isola un ospedale o un ambulatorio medico o una farmacia. Se abiti su un’isola un po’ più “ricca”, hai anche la parafarmacia. Ma “ricca” in che senso?

Ti senti ancora più sicuro/a come isolano/a se nella parafarmacia dell’isola ci lavora un medico, un medico donna. Anzi, una dottoressa. Dopo più di due anni di pandemia legata al COVID anche la dottoressa non è stata risparmiata dal virus che non si è fermato neanche davanti ad un camice bianco. Il virus, del resto, non conosce colore della pelle, religione o appartenenza a nessuna casta. Ti contagia e basta. O che tu sia ricco/a o povero/a, diplomato/a o analfabeta, vegano/a o “carnivoro/a”, davanti al virus siamo tutte e tutti inesorabilmente fragili.

E anche se la nostra “eroina isolana” dal camice bianco, la “dottora” della parafarmacia, come con grande affetto gli isolani l’hanno “battezzata”, si sia protetta dal virus prestando attenzione a mettere in atto tutte le più severe precauzioni per evitare il contagio, il virus è inarrestabile. In parte, la “dottora” si sente anche in dovere di scusarsi con i suoi isolani:

LA DOTTORESSA SI SCUSA
MA HA PRESO IL COVID

Anche il medico dell’isola è malato ed issa la bandiera bianca. Tutta la nostra solidarietà va alla simpatica dottoressa, insieme agli auguri di una pronta guarigione. È una bellissima ed autentica confessione di impotenza da parte della dottoressa davanti agli “imprevisti dell’esistenza“, agli “incidenti di percorso”. Ed il percorso da fare per debellare in modo definitivo il virus è lungo.

Chi avrà mai potuto scrivere l’avviso? Un assistente della dottoressa? La dottoressa stessa forse? Non lo sapremo mai: ciò rimarrà un mistero. Un dettaglio non sfugge a chi osserva la preposizione “A” usata dopo il verbo CHIAMARE. Chi scrive il cartello è, in ogni caso, un parlante del Sud in quanto utilizza il verbo “chiamare” in modo intransitivo, aggiungendo la preposizione “A” che, di regola, non servirebbe, visto che uno numero telefonico lo si chiama e “chiamare”, in quanto verso transitivo, vorrebbe semplicemente un complemento oggetto (“chiamare il numero di telefono”). Ma la svista grammaticale o il regionalismo rende più simpatico/a l’immaginario/a assistente della dottoressa. Ma su quale isola ci troveremo mai? 🌋

La nostra dottoressa garantisce – anche in caso di malattia! – la consegna dei medicinali, senza alcuna interruzione di servizio. L’isola può ritenersi salva e “ricca” in quanto il gesto umano e civile del medico è più che lodevole.

LA DOTTORA

vi saluta ❤️ XOXO

XOXO” sta per “abbracci e baci” (in inglese “hugs and kisses”). Ma quanto umana è la dottoressa? E quanto altrettanto umani solo questi suoi isolani per chiamare la loro dottoressa “dottora”? E la dottoressa stessa, a sua volta, sa di voler essere amata dagli abitanti dell’isola in quanto lei stessa si “autopercepisce” come “dottora” firmando o facendo firmare il cartello d’avviso. Insomma, la dottoressa sta al gioco della “dottora”, “facendo a botte” con la grammatica, ma con tanto affetto. Ma alla “dottora” si perdona tutto.

Chissà se sull’isola in cui è stato esposto il cartello d’avviso “preso qui in oggetto” ci sia anche una “carabiniera” o una “marescialla”? Eppure al Sud queste definizioni così inverosimili e non poco fantasiose si sentono. La fantasia degli isolani non ha confini, anche se l’isola i suoi confini ce li ha: il mare. Rimanendo in tema di “definizioni”, su alcune isole, se la proprietaria della bottega del paese è venuta dal Nord ad aprire un negozio di generi alimentari sull’isola e magari è originaria di Torino, chiamerà la sua bottega “La Torinese”. E rimarrai per sempre “la torinese” per gli isolani. Non c’è via di scampo, né d’uscita. No way! E “La Torinese” per sempre sarai 🤐

Gli isolani le distinzioni nelle loro definizioni le devono fare. Se tu non sei isolano/a, la cosa può anche pesarti. È una sorta di “peccato originale” che tu, in quanto “non isolano/a”, ti porti dietro sull’isola. Ad alcuni/e il “peccato originale” viene assolto dopo un certo periodo di tempo, ad altri/e no.

Ma se gli isolani e le isolane imparano ad amarti, a capirti, a non vederti “forestiero/a” per sempre e, alla fine, ad accoglierti con tutte le tue imperfezioni sull’isola, sarai allora la loro “pittora”, “milanesa”, “poetessa”, “vigilessa” e anche “cantantessa”. Perché, alla fine, non è il tuo luogo di origine o di nascita che fa di te stesso/a una persona migliore o poco adatta ad un’isola, ma quello che sei per te stesso/a e come gli altri e le altre ti percepiscono. Non è né un merito, né una colpa esser nati/e dove si è, di fatto, nati/e.

Fortunatamente, [traduttore giurato.de] sa usare correttamente i sostantivi come p. es. “dottore” e “dottoressa”. Qualora tu abbia bisogno della traduzione asseverata di un documento ufficiale dall’italiano al tedesco o viceversa per uso legale, chiama ☎️ o invia un’e-mail 📨.

Vai su [contatti] e troverai lì tutte le informazioni utili. [traduttore giurato.de] e [it-sprachvermittler.de] saranno lieti di supportarti via e-mail o telefonicamente.

Davide Parisi
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Una traduzione gender-friendly?

>>Voglio diventare un uomo!<< Victor o Victoria o la traduzione gender-friendly e inclusiva per traduttori che vivono “ingabbiati” tra parole e vincoli verbali.

Da qualche anno in Italia si è diffusa l’usanza americana di organizzare un “Gender Reveal Party” durante i primi mesi di gravidanza. Ma che tipo di festa è?

Come dice il termine stesso in inglese, si tratta di un “gender reveal party” in cui i genitori e gli invitati rivelano l’appartenenza del nascituro al genere maschile o femminile, specialmente dopo un esame ecografico. Per annunciare un bebè di sesso femminile o maschile si servono vari cupcake, torte o crostate con ripieno rosa ♀️ o blu ♂️.

Un’occasione speciale per annunciare a tutti gli amici e ai familiari il sesso del bambino ancora non nato che la futura mamma porta in grembo.


Beh, che tempo sprecato fare questa festa quando la madre partorisce una Victoria che poi vuole diventare Victor. Un “Gender Reveal Party” è una festa di cui un mondo equo dal punto di vista dell’appartenenza di genere, dell’inclusione e diversity non ha davvero bisogno🤦

Ma basta essere anche tolleranti nei confronti della stupidità e anche il “Gender Reveal Party” ha il suo diritto di esistere …

Ci sono parole e persone. Le prime possono essere usate in modo offensivo per le seconde. Forse non è solo un termine in sé ad essere offensivo, inappropriato o non politicamente corretto, ma il modo e il contesto in cui una determinata parola viene usata. Lavorando con le parole, le traduttrici e i traduttori spesso si destreggiano con esse in modo da trovarsi – metaforicamente parlando – su un lago ghiacciato il cui strato sottile di ghiaccio può risultare pericoloso poiché potrebbe incrinarsi.

Immagina di essere natə nel corpo sbagliato. Dalla nascita sei intrappolatə in una “gabbia” che non è altro che il tuo corpo di cui non puoi liberarti così facilmente. Puoi togliere un capo di abbigliamento e prendere la decisione di non volerlo indossare più. Allora, magari diresti: >>Non mi piace e non mi sento più a mio agio.<< Immagina di portare dentro di te e con te questa sensazione di disagio perenne per tutta la tua esistenza. Fin dalla nascita, una sensazione di sofferenza continua che diventa una tua “compagna di vita” per amore o per forza.

In fondo una soluzione c’è ¯\_()_/¯

>>Voglio diventare un uomo<< è ciò che quella persona avrà detto per la prima volta nella sua vita all’età di 5, 10 o 14 anni. L’unica ragazza della classe che aveva comunque un aspetto piuttosto maschile. >>I want to break free<< cantava Freddie Mercury nel 1984 vestito da donna: voglio liberarmi da un corpo che non mi appartiene, tradotto molto liberamente. Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza più simile a un uomo nel suo aspetto. Il suo corpo e la sua attuale appartenenza di genere “sentita” non coincidono, si “scollano”. C’è uno squilibrio che rende la vita un inferno a questa nostra ragazza immaginaria – chiamiamola Victoria, per esempio. Victoria siede prigioniera in una gabbia e vuole liberarsi del suo corpo femminile che non rappresenta abbastanza il suo “io” interiore e più “fedele a sé stesso“. Un giudice e più medici devono intervenire in soccorso di Victoria.

Anche l’inferno ha una fine (*_*)

È necessario anche un intervento chirurgico di riassegnazione – o meglio “rettifica” dell’appartenenza di genere. Non sempre, ormai. Fortunatamente, in Italia i giudici guardano sempre meno ai genitali quando decidono se una persona vuole cambiare il proprio nome da “Victoria” a “Victor”, per esempio, per rettificare l’appartenenza di genere all’anagrafe.

È “cambiare nome” il termine corretto, inclusivo e gender-friendly? Non sarebbe più appropriato parlare di “allineare” / “adattare il nome”? Sono una ragazza con un nome da ragazza che, nel corso della mia transizione di genere da femmina a maschio, sta adattando il suo nome alla nuova identità maschile. Può un traduttore tradurre l’appartenenza di genere in modo appropriato senza ferire i sentimenti delle persone che vogliono rettificare le loro informazioni anagrafiche relative alla loro appartenenza di genere presso l’Ufficio di Stato Civile? Certamente sì!

 

È uno sforzo professionale e, nel contempo, linguistico dovuto che le traduttrici e i traduttori dovrebbero fare per non escludere nessuna persona poiché la conquista dei diritti di tuttə non è mai una sola questione privata.

Le parole possono essere più affilate delle spade e infliggere immense ferite psicologiche e mentali alle persone: in altre parole, “le parole pesano come macigni“.

“Cambiare il nome” potrebbe essere tradotto con “rettificare il nome”. Un semplice “cambiare il nome” non implica in modo sufficientemente chiaro e preciso che il giudice con la sua sentenza interviene nel registro delle nascite in modo correttivo e lì “aggiusta” e “corregge” (“rettifica”) un nome femminile in un nome maschile, in modo che “l’appartenenza di genere” – e non “il sesso” (per favore!) – della persona richiedente sia nuovamente “riassegnato” / “riattribuito”. L’annotazione di nascita “femmina” viene così corretta in “maschio”: l’appartenenza di genere viene così ufficialmente rettificata con la sentenza del giudice qui in Germania: Victoria è diventata Victor.

Quello che segue è un mini glossario per le colleghe traduttrici e i colleghi traduttori:

  • Transsexuellengesetz = legge tedesca di rettifica di genere per persone transgender
  • Feststellung der Geschlechtszugehörigkeit = determinazione di appartenenza di genere
  • Transsexuelle Prägung = impronta transgender
  • Zugehörigkeitsempfinden zum anderen Geschlecht = sentimento di appartenenza all’altro genere
  • Transsexuelles Syndrom = disforia di genere
  • Änderung des Vornamens = rettifica del nome OPPURE allineamento del nome
  • Transsexualismus = rettifica di attribuzione di genere OPPURE riattribuzione di genere

[traduttore giurato.de] in quanto traduttore con radici italiane vive e supporta la diversity e l’inclusione.

  • Non importa quale sia la tua appartenenza di genere
  • Non importa da dove vieni.
  • Non importa il colore della tua pelle.
  • Non importa a quale cultura o religione tu appartenga.

Per [traduttore giurato.de] è semplicemente la persona che conta.


Che si tratti della traduzione asseverata della rettifica dell’appartenenza di genere presso l’Ufficio di Stato Civile o dell’accertamento giudiziale dell’appartenenza di genere presso il tribunale, [traduttore giurato.de] o [it-sprachvermittler.de] sono il tuo traduttore giurato di “fiducia” a Monaco di Baviera con un’attestata sensibilità per le tematiche in ambito LGBTQIA+ 🏳️‍🌈, della diversity, dell’inclusione, nonché dell’appartenenza di genere.

Qualora tu abbia bisogno della traduzione asseverata di un documento ufficiale dall’italiano al tedesco o viceversa per uso legale, chiama ☎️ o invia un’e-mail 📨.
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Davide Parisi
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Zwei Nächte nach Halloween

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Am 31. Oktober ist Halloween mittlerweile eine fast “feste Größe” auch bei uns in Europa wollend oder nicht wollend geworden. Halloween ist in den Köpfen mancher Menschen nicht mehr wegzudenken: Das Fest macht keinen Halt mehr vor Europas Pforten. Sogar die Kirche ist machtlos gegen die neue “Faschings- oder Verkleidungsmode” aus Nordamerika.

Das ist die Erzählung über ein seltsames Brauchtum auf der Mittelmeerinsel Sizilien / Italien, das vor der Halloween-Ära Anfang November ganz verbreitet war, ja – war (!). Halloween hat nämlich diese sizilianische Sitte in gewissem Maße buchstäblich “ins Jenseits befördert”.

Tja, eine toterklärte, sizilianische Sitte. Sicher ganz tot.

Das Ganze spielte sich auf Sizilien in der Nacht vom 1. November auf den 2. November: Man feiert dort “la festa dei defunti” – oder einfach auf Sizilianisch – “i motti” ( = die Toten, Verstorbenen; Hochitalienisch “la commemorazione dei defunti” = auf Deutsch “Allerseelen”). Wir bewegen uns also im Bereich der Verstorbenen, die an Allerseelen wieder “aktiv” werden …

Es wird nicht nur sprachlich kompliziert, sondern auch kirchlich an der Stelle. An Allerseelen gedenkt die römisch-katholische Kirche ihrer toten Angehörigen: Viele besuchen die Gräber auf dem Friedhof. Das kennt man in der Regel auch in Süddeutschland in vorwiegend katholischen Gegenden, also soweit nichts Neues.

Was die wenigsten von uns dennoch nicht wissen ist, dass die toten Angehörigen früher noch längst vor der Halloween-Ära auf der Mittelmeerinsel sizilianische Kinder mit Geschenken reichlich beschert haben.

Ganz makabre Sitten hegen und pflegen die Sizilianer, werden die meisten unter uns stirnrunzelnd behaupten. Die Vorstellung, dass Dein verstorbener Großvater Dir ein Geschenk aus dem Jenseits an Allerseelen, sprich in der Nacht vom 01. November auf den 02. November mitbringt, wie auch immer das Geschenk aussehen mag, ist schaudererregend genug. Was für Geschenke haben die toten Familienmitglieder oder Verwandten sizilianischen Kindern aus dem Jenseits mitgebracht?

Tja, sehr klassisch und “very straight”: Mädchen wurden mit Puppen, einer Puppenküche oder einem neuen Rock für den Sonntagsspaziergang, Buben mit einem Spielball, Fahrrad, Spielzeug-Gewehr beschert. Geschenkt wurde vorwiegend Spielzeug.

Die Zeiten ändern sich und ebenfalls Geschmäcker und Moden mit ihnen. Einmal warteten sizilianische Kinder auf “i motti” (Allerseelen) ja ganz ungeduldig das ganze Jahr. Die Kinder warteten auf die Geschenke, die der verstorbene Onkel oder Großvater mitgebracht hatte und achteten darauf, dass sie die Augen nicht öffnen. Sonst wäre ein Kratzer an ihren Füßen die harte Strafe gewesen.

Da der Tod ein Teil vom Leben ist, diente dieses sizilianische Brauchtum vielleicht dazu, Kindern eine positive Vorstellung vom Tod zu vermitteln. Aus der Reihe: Deine verstorbene Großmutter lebt noch im Jenseits – hierfür gibt es zwar keinerlei wissenschaftliche Belege – und liebt Dich noch so sehr, dass Du Kind am Morgen vom 02. November ein Geschenk von ihr bekommst. Zwar ganz lieb, jedoch gespenstisch zugleich.

Wen „Hintergrundarbeit“ für die Toten aus dem Jenseits geleistet und die Geschenke für die sizilianischen Kinder in der guten Stube an Allerheiligen versteckt hat, werden wir auf keinen Fall hier verraten. Es dürften diejenigen sein, die auch Nikolaus am 06. Dezember und dem Christkind an Weihnachten bei der Bescherung aushelfen.

Moderne Kinder – geschweige denn digital natives – auf der süditalienischen Insel kennen kaum noch das „Fest der Toten“ („i motti“ auf Sizilianisch). Wenn keiner mehr über dieses sizilianische Brauchtum erzählt, schreibt oder berichtet, wird es für immer als toten Brauch erklärt, es sei denn diese Sitte wird früher oder später von der UNESCO in die repräsentative Liste des immateriellen Kulturerbes der Sizilianer (der Menschheit ist eindeutig zu übertrieben!) übernommen.

it-sprachvermittler.de | beglaubigte Übersetzungen | Deutsch – Italienisch – Deutsch für Privatpersonen


Die Wunderwelt der Komposita im Deutschen

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Wir tauchen in diesem Blogbeitrag in die faszinierende Welt der Komposita im Deutschen und zum Teil auch im Italienischen ein. Komposita sind zusammengesetzte Begriffe, die in der deutschen Sprache eine wahre Kreativitätsexplosion darstellen. Ein perfektes Beispiel dafür ist das Wort “Baumschule”.

Baumschule” was für ein lustiger Begriff für italienische Ohren, oder? Aber Moment mal, es handelt sich nicht um eine Schule für Bäume, an der sie das ABC lernen. Nein, nein! Die Baumschule ist ein Ort, an dem junge Bäumchen und Pflanzen herangezogen und liebevoll gepflegt werden. Es ist sozusagen ein “Kinderhort für Pflanzen“, in dem sie unter fachkundiger Aufsicht groß und stark werden.

Baumschule” auf Italienisch lautet “vivaio“. Es ist ein Begriff, der ebenfalls den Ort beschreibt, an dem junge Pflanzen und Bäume gezüchtet und gepflegt werden. So können sie später in Gärten, Parks oder anderen Landschaften eingepflanzt werden. Die italienische Sprache hat also auch ihre eigenen Ausdrücke für diese grünen Oasen des Wachstums und der Schönheit.

Der italienische Begriff “vivaio” leitet sich von dem Verb “vivere” ab, was “leben” bedeutet. Es ist eng mit dem lateinischen Wort “vivarium” verwandt, das ebenfalls einen Ort beschreibt, an dem Pflanzen und Tiere lebendig gehalten werden. Ursprünglich wurde der Begriff “vivaio” im Zusammenhang mit der Aufzucht und Pflege von Tieren verwendet. Im Laufe der Zeit wurde er auch auf die Aufzucht und Pflege von Pflanzen übertragen.

Die Wortherkunft verdeutlicht die Grundidee hinter einem “vivaio” — es ist ein lebendiger Ort, an dem Pflanzen aktiv wachsen und gedeihen. Es ist ein Ort des Lebens und der Vitalität, an dem Pflanzen gepflegt werden, bis sie stark genug sind, um an ihren endgültigen Bestimmungsorten eingepflanzt zu werden. So trägt der Begriff “vivaio” die Vorstellung von Leben, Wachstum und Sorgfalt in sich, die mit der Welt der Pflanzen verbunden ist.

Aber die Komposita hören damit noch lange nicht auf! Ein weiteres bemerkenswertes Beispiel ist das Wort “Wegbier“.

Jetzt werden Sie sich fragen: Was zum Teufel ist ein “Wegbier”? Klingt nach einem magischen Zaubertrank, den man auf einem geheimnisvollen Pfad zu sich nimmt, oder? In gewisser Weise ist das auch richtig, denn ein “Wegbier” ist nichts anderes als ein Bier, das man zum “Vorglühen” mit Freunden oder allein auf dem Weg zur Kneipe genießt. Es ist der beste “Wegbegleiter” (schon wieder ein Kompositum!) für Spaziergänge, Wanderungen, Ausflüge oder Kneipenbesuche. Denn wie sagt man so schön:

Der Weg ist das Ziel, und mit einem Wegbier wird jeder Weg zum feuchtfröhlichen Abenteuer!

Aber was macht die Komposita im Deutschen so einzigartig? Nun, sie sind wie die Wort-Puzzle-Meisterwerke der Sprachwelt. Deutsche Sprachkünstler*innen haben die Fähigkeit, Wörter miteinander zu verbinden und dadurch neue Bedeutungen zu schaffen. Die Möglichkeiten sind schier endlos: Manchmal kann das Ergebnis jedoch etwas seltsam oder unverständlich wirken, besonders für Menschen, die Deutsch nicht als Muttersprache haben.

Als deutsch-italienischer Blog wissen wir, dass solche sprachlichen Unterschiede zwischen Deutsch und Italienisch nicht ungewöhnlich sind. Unsere beiden Sprachen haben ihre eigenen einzigartigen Merkmale und Nuancen.

In der italienischen Sprache kommen Komposita nicht so häufig wie im Deutschen vor, aber sie haben dennoch ihren Platz in der italienischen Sprache. Denken Sie nur an das Wort “portafoglio“, was so viel wie “Tragetasche” bedeutet, aber eigentlich für “Geldbörse” oder “Portemonnaie” verwendet wird. Das ist doch auch eine Art Kompositum, oder?

Hier sind einige weitere Komposita in der italienischen Sprache:
portachiavi“:
“portachiavi” setzt sich aus den Wörtern “porta” (tragen) und “chiavi” (Schlüssel) zusammen. Es bedeutet “Schlüsselanhänger” oder wörtlich übersetzt “Schlüsselträger”.

lavastoviglie“:
Dieses Kompositum setzt sich aus “lava” (wäscht) und “stoviglie” (Geschirr) zusammen. “Lavastoviglie” bezeichnet die “Geschirrspülmaschine”.

fermacarte“:
“fermacarte“ setzt sich aus “ferma” (hält fest) und “carte” (Karten oder Papier) zusammen. Es bezieht sich auf einen “Papiergewicht” oder “Kartenhalter”.

calzascarpe“:
Hier treffen wir auf das Verb “calza” (anziehen) und “scarpe” (Schuhe). Ein “calzascarpe” ist ein “Schuhlöffel”, der dabei hilft, Schuhe leichter anzuziehen.

Wie wär’s damit, wenn wir das deutsche Wort “Schuhlöffel” wortwörtlich ins Italienische übersetzen würden, würde es tatsächlich “scarpe-cucchiaio” heißen. Das klingt fast so, als würden Schuhe die Form eines Löffels haben! Da kann man sich nur schwer vorstellen, wie man damit Schuhe anziehen soll. Vielleicht sollten wir diesen verrückten “scarpe-cucchiaio” lieber den Küchenutensilien überlassen und uns auf den guten alten “calzascarpe” im Sinne von “Schuhlöffel” verlassen, um unsere Schuhe stilvoll und nicht wie ein Schlangenmensch anzuziehen. Manchmal sind wörtliche Übersetzungen einfach zum Schmunzeln.

Es ist faszinierend zu sehen, wie Sprachen verschiedene fantasievolle Wege finden, um neue Worte zu erschaffen und komplexe Ideen zu vermitteln. Sie sind wie lebendige Organismen, die sich ständig weiterentwickeln und an die Bedürfnisse ihrer Sprechenden anpassen. Und genau deshalb ist es so wichtig, die Besonderheiten einer Sprache zu erkennen und zu schätzen.

Also, liebe Blog-Leserinnen und Leser, tauchen Sie in die wunderbare Welt der Komposita im Deutschen und Italienischen ein und entdecken Sie die verborgenen “Schätze”, die in der Vielfalt der Worte liegen. Lassen Sie uns gemeinsam über “Baumschulen” und “Wegbiere” lachen und dabei die sprachlichen Unterschiede zwischen Deutsch und Italienisch erkunden. In diesem Sinne: Prost auf die Vielfalt der Sprachen und auf das Abenteuer, das uns jede einzelne Sprache bietet.

Gleichwohl, ob es um die beglaubigte Übersetzung Ihres Ehefähigkeitszeugnisses, Ihrer Geburtsurkunde, Ihrer Mutterschaftsanerkennung oder Ihrer Approbationsurkunde geht, ist it-sprachvermittler.de Ihr beeidigter Übersetzer des “Vertrauens” für die italienische Sprache in München (Schwabing).


La felicità sospesa a un caffè

Non esiste un’altra città italiana più creativa e fantasiosa di Napoli. Il Capoluogo della Campania e i napoletani vengono associati spesso al Vesuvio, al mare, al bellissimo caos delle stradine vivaci del centro, all’onnipresente pizza e, naturalmente, al caffè napoletano, la bevanda calda napoletana per eccellenza.

A Napoli esiste una tradizione del caffè che pochi conoscono: il cosiddetto “caffè sospeso“. Cosa significa “caffè sospeso” e cosa si cela dietro il concetto di “caffè in attesa” o “caffè posticipato”. In questo post [traduttore giurato.de] ti svela l’invenzione fantasiosa di un popolo, i napoletani, la cui creatività non conosce limiti. Sia in senso positivo che negativo.

Il caffè “in differita” (in napoletano “o café suspiso” – in italiano “il caffè sospeso”) non è altro che un espresso che si paga in un bar o una caffetteria di Napoli senza che il cliente lo beva. Sì, paghiamo due caffè, ma ne beviamo solo uno. Ma che senso ha tutto ciò?

La risposta è molto semplice: beviamo un caffè e un secondo caffè viene pagato e regalato in seguito a chi non può permettersi un caffè. Non è una fregatura, non è una truffa napoletana (il famoso “pacco”) ai danni dei turisti per spillar loro soldi, ma solo un gesto o atto di carità: solidarietà per un cliente bisognoso e meno abbiente che non può permettersi un caffè. Offro un caffè in anticipo a una persona sconosciuta e povera senza conoscere l’avventore del bar. Questo può accadere solo in Italia e – soprattutto – a Napoli, penseranno i più. È una specie di “pagamento in anticipo” per così dire: il caffè è già pagato e il godimento, cioè il bere un caffè napoletano, è solo “rimandato”, “posticipato”, “in sospeso” nel vero senso della parola.

Ma da dove viene questa usanza e come si è sviluppata? A questo proposito esistono due scuole di pensiero sulla genesi del fenomeno. Secondo la prima scuola di pensiero, il “caffè sospeso” è nato durante la Seconda Guerra Mondiale: chi poteva permettersi di acquistare un caffè durante la guerra o la crisi ne lasciava uno pagato in anticipo a chi non poteva permetterselo.

In base alla seconda scuola di pensiero, la storia delle origini del “caffè sospeso” sembra meno probabile, ma comunque piuttosto inconsueta. Spesso, quando si beve un caffè in compagnia di amici in un bar rumoroso, si crea una tale confusione su chi ha bevuto un caffè e chi no. Il barista al banco potrebbe quindi addebitare diversi caffè che non sono stati effettivamente bevuti. I clienti del bar non chiedono il resto alla cassa, ma lo lasciano al bar per il futuro, nel caso in cui, p. es., qualcuno non possa permettersi un caffè. In altre parole si gode del lusso di far felici i clienti meno abbienti, originando, pertanto, un mix di generosità, solidarietà e fantasia verso un perfetto sconosciuto. Ecco come lo scrittore e filosofo italiano Luciano De Crescenzo descrive il “caffè sospeso” in uno dei suoi libri (clicca → qui per la fonte):

 

>>Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo …<<

Gli italiani e il caffè – in qualche modo, non è possibile immaginare il Bel Paese senza il piacere di bere un caffè, un espresso, naturalmente. Anche oggi (18 maggio 2020), giorno in cui la cosiddetta “Fase 2” in Italia prende davvero il via dopo 53 giorni di lockdown (10/03/2020 – 03/05/2020) con la riapertura di bar, ristoranti e barbieri, in un bar del Sud Italia si verifica un caso singolare che ha proprio a che fare con il consumo del caffè al bar come riporta il quotidiano “La Repubblica” (clicca → qui per il video).

Il cliente del bar preferisce rimanere anonimo poiché ciò che conta è il gesto fatto con il cuore. Ordina il tanto atteso caffè al bar per la prima volta dopo il duro lockdown, consegna alla cassa una banconota da 50 euro, ma non vuole il resto. Il resto è per tutti i caffè che non ha potuto bere durante l’isolamento dovuto al lockdown. Una sorta di “caffè sospeso” per il bar stesso del valore di 50 euro (clicca → qui per il video).

Con queste premesse, la prossima volta goditi in santa pace il tuo meritato caffè e pensa a chi non può permettersi questo “piccolo lusso”. Spesso sono proprio i piccoli gesti quotidiani, come bere un caffè, prendere un aperitivo o leggere il giornale a rendere la vita degna di essere vissuta.

Per i piccoli gesti quotidiani di “ordinaria amministrazione” come la dichiazione dei redditi, il tuo imminente matrimonio o la nascita di tuo/a figlio/a, qualora tu abbia bisogno della traduzione asseverata di un documento ufficiale dall’italiano al tedesco o viceversa per uso legale, chiama ☎️ o invia un’e-mail 📨. Vai su [contatti] e troverai lì tutte le informazioni utili. [traduttore giurato.de] e [it-sprachvermittler.de] saranno lieti di supportarti via e-mail o telefonicamente.

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Einen kühlen Kopf in Zeiten von Corona bewahren – Ein Brief aus Mailand

Was macht it-sprachvermittler.de | beglaubigte Übersetzungen | Deutsch Italienisch Deutsch für Privatpersonen, während das Corona-Virus in Italien und zum Teil auch in Deutschland grassiert? Selbstverständlich übersetzen. Was sonst? 🤓

Handlungsorientiertes Übersetzen als Selbstheilung, um in die Normalität zurückzukehren, damit diese wieder in den Vordergrund und die aufgrund der neuartigen, modernen „Seuche“ allgemein vorherrschende Hysterie in den Hintergrund rückt oder sogar ganz schwindet.

Schulen in Italien sind geschlossen und mittlerweile zum Teil auch in Deutschland.

Was macht der italienische Schulleiter eines aufgrund des Corona-Virus geschlossenen Mailänder Gymnasiums? Er beschließt, an seine Gymnasialschülerinnen und -schüler einen Brief zu schreiben, der auf der Webseite des Alessandro-Volta-Gymnasiums am 25.02.20 veröffentlicht wird (siehe Quelle → hier) und in den italienischen Medien die Runde machte.

it-sprachvermittler.de | beglaubigte Übersetzungen | Deutsch – Italienisch – Deutsch für Privatpersonen | übersetzt den Brief vom Mailänder Schulleiter vom Italienischen ins Deutsche im Kampf gegen „die Vergiftung des sozialen Lebens, der menschlichen Beziehungen, die Barbarisierung des zivilen Miteinanderlebens.

>>Brief vom 25. Februar 2020 an die Schülerinnen und Schüler

AN DIE SCHÜLERINNEN UND SCHÜLER DES ALESSANDRO-VOLTA-GYMNASIUMS (Mailand – Italien)

 

Die Seuche, die das Gesundheitsgericht befürchtet hatte, mit den alemannischen Truppen in das Mailänder Gebiet einzudringen, war bekanntlich dort wirklich eingedrungen; und es ist ebenfalls bekannt, dass sie hier nicht Halt machte, sondern in einen guten Teil Italiens eindrang und ganze Landstriche entvölkerte.

Das soeben erwähnte Zitat stammt aus dem Kapitel 31 des italienischen Romans „Der Brautleute“ („I promessi sposi“) von Alessandro Manzoni: Ein Kapitel, das zusammen mit dem folgenden Kapitel ganz der Pestepidemie gewidmet ist, die 1630 in Mailand wütete. Es ist ein aufschlussreicher Text von außerordentlicher Modernität – ich schlage Euch vor, dass ihr ihn sorgfältig lest, besonders in diesen Tagen der allgemeinen Verwirrung. In diesen Seiten ist bereits alles enthalten: die Gewissheit der Gefahr durch Ausländer, der harte Kampf zwischen den Behörden, die krampfhafte Suche nach dem so genannten Patienten 0, die Verachtung der Fachleute, die Jagd nach den „Streuern“ (Spreaders), die unkontrollierten Stimmen, die absurdesten Heilmittel, die Plünderungen, der Gesundheitsnotstand … Auf diesen Seiten werdet ihr unter anderem auf Namen stoßen, die ihr sicher aus den Straßen rund um unser Gymnasium kennt: wir sollten nicht vergessen, dass unser Gymnasium mitten im ehemaligen „Mailänder Seuchenkrankenhaus“ („lazzaretto di Milano“) gebaut wurde: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati, um nur einige Straßennamen zu nennen. Kurz gesagt, mehr als aus Manzonis Roman scheinen diese Worte aus den Seiten einer Zeitung von heute zu stammen.

Liebe Schülerinnen und Schüler, es gibt nichts Neues unter der Sonne, alles ist schon dagewesen, würde ich zwar sagen, jedoch verlangt die Schließung unserer Schule, dass ich mich zu Wort melde. Unsere Schule gehört zu den Institutionen, die mit ihren festgelegten Ritualen den Zeitablauf sowie die geordnete Entfaltung des friedlichen Zusammenlebens prägen. Es ist kein Zufall, dass die Zwangsschließung von den italienischen Schulen ein Mittel ist, auf das die Behörden in seltenen und wirklich außergewöhnlichen Fällen zurückgreifen. Es ist nicht meine Aufgabe, die Angemessenheit der Maßnahme zu beurteilen, ich bin kein Experte und gebe auch nicht vor, einer zu sein. Ich respektiere und vertraue den italienischen Behörden und halte mich genauestens an ihre Anweisungen. Ich möchte Euch dennoch was sagen: bitte einen kühlen Kopf bewahren, sich nicht von der kollektiven Psychose mitreißen lassen, damit wir mit den nötigen Vorsichtsmaßnahmen weiterhin ein normales Leben führen zu können. Profitiert von diesen schulfreien Tagen, um einen Spaziergang zu machen, ein gutes Buch zu lesen: es gibt keinen Grund zuhause eingesperrt zu bleiben, wenn ihr gesund seid.

Es gibt keinen Grund, die Supermärkte und Apotheken zu stürmen: Atemschutzmasken sollten kranken Menschen vorbehalten sein, und nur diesen. Die Geschwindigkeit, mit der sich eine Krankheit von einem Ende der Welt zum anderen verbreiten kann, ist ein Produkt unserer Zeit: es gibt keine Mauern, die Seuchen aufhalten können. Vor Jahrhunderten verbreiteten sie sich ohnehin schon, nur ein wenig langsamer. Wie Manzoni und vielleicht noch mehr Boccaccio uns lehren, ist eine der größten Gefahren bei solchen Ereignissen die Vergiftung des sozialen Lebens, der menschlichen Beziehungen, die Barbarisierung des zivilen Miteinanderlebens. Wenn wir uns von einem unsichtbaren Feind bedroht fühlen, verlangt unser Urinstinkt, diesen unsichtbaren Feind überall zu sehen. Es besteht die Gefahr, alle unsere Mitmenschen als eine Bedrohung, als einen potentiellen „Angreifer“ anzusehen. Im Vergleich zu den Seuchen aus dem 14. und 17. Jahrhundert haben wir die moderne Medizin mit ihrem Fortschritt und ihren Gewissheiten auf unserer Seite. Wir sollten von unserem rationalen Denken Gebrauch machen, dessen direkter „Verwandter“ unsere zwischenmenschlichen Beziehungen, unsere Menschlichkeit ist – diese ist nämlich das wertvollste Gut, das wir besitzen und bewahren sollten. Wenn wir das nicht schaffen, wird die Seuche wirklich siegen.
Ich erwarte Euch bald in der Schule.
Domenico Squillace<<

– Ende der Übersetzung –

Der Mailänder Schulleiter des Alessandro-Volta-Gymnasiums, Domenico Squillace (Bildquelle: hier)


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